Giovedì 21 Novembre 2024

Premio Re Manfredi: 23 edizioni ma non li dimostra

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Sono Paolo Borsoni di Ancona e Rossella D’Alba di Foggia i vincitori del concorso di poesia abbinato al Premio Re Manfredi, rispettivamente per la categoria edite e quella inedite. “Segnalate” altre sei poesie tre per ciascuna delle due categorie. A selezionarle, non è detto su quante concorrenti, una giuria di docenti (non è specificato di che) presieduta da Matteo Palumbo, vice sindaco del comune di Manfredonia. Per tanti versi una novità accompagnata da non poche polemiche. Una operazione – si sussurra – che ha avuto come obiettivo la estromissione di Italo Magno che ha retto quell’ufficio per tanti anni. Una sostituzione d’imperio che la dice lunga sul valore che si attribuisce al concorso di poesia. Il professor Magno è infatti scrittore e poeta di prestigio che vanta premi autorevoli anche a livello europeo. Una personalità che dava valore e credibilità a quel concorso. Perché sostituirlo? E se si voleva farlo, perché non chiamare una delle tante personalità nel settore specifico della poesia note non solo in Capitanata?

Il fatto è che – dicono i sussurri – anche in questa manovra non sarebbe estranea la politica, quella di corridoio, vero vulnus della vita cittadina, che esce ed entra da tutte le porte. Un interveto di incultura che non fa certo onore alla ragione del Premio e tanto meno a Manfredonia. Il motivo della presenza di un diretto rappresentate della amministrazione comunale sarebbe quello di voler controllare quanto avviene in quel contesto visto che tra i contribuenti della manifestazione c’è lo stesso Comune. Forse sarebbe opportuno, per evitar eventuali malintesi o errate interpretazioni, un comunicato chiarificatore in ossequio a quelle sempre richiamate trasparenza e legalità.

Ma le polemiche non si limitano a questo aspetto. Tra i più frizzanti è quello riferito ai premiati: una passerella fine a sé stessa – si rileva – dove non si sa dove cominciano i “meritevoli” e dove gli “auto-sponsorizzati”. Non ultima la sgradevole polemica sull’accesso alla platea: accuse della gente e giustificazioni dell’organizzazione si incrociano sistematicamente barcamenandosi sull’equivoco tra inviti e biglietti a contributo.

Insomma, dopo ventitre edizioni siamo praticamente al palo di partenza. Sono alquanto ricorrenti e incalzanti interrogativi come “Qual è il valore aggiunto che questo Premio ha portato alla città? Quale è stata la crescita promossa da questa manifestazione? E il concorso di poesia, che considerazione ha negli ambienti specifici? E i premi poi dati come capita, alla rinfusa, senza un filo logico, un nesso con la città, la sua cultura?”. E via di questo passo.

Ma la gente – si osserva anche – partecipa. E’ perché – si ribatte – non dovrebbe? Qualsiasi show fa da richiamo. E’ tutto gratis o quasi. Chi si accontenta gode. Il popolo va dove c’è un qualche spettacolo, non va per il sottile. Quest’anno è stato affidato a quel genio e sregolatezza che è Gigi Giuffrida che ha confezionato uno show da par suo. Un ritorno al passato. “Mi piace ricordare – rammenta – che la prima edizione del Premio re Manfredi, fu da me curata e presentata nella Piazza d’armi del castello: allora come oggi ho portato amici artisti e cantanti per uno spettacolo dignitoso”. E’ proprio vero: 23 edizioni ma…non li dimostra.

Michele Apollonio

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  • Quando la volpe non arriva all’uva… scrive di tutto…

    Alternativa 03/08/2014 15:27 Rispondi
  • Per i non capienti, la dicitura ” non li dimostra” si capisce che tale premio, dalla sua prima edizione non ha dato nulla di piu`, peggiorato se mai, non migliorato.

    antonella 29/07/2014 10:57 Rispondi
  • Appello alla fondazione… Imbiancate i muri della vicina chiesa di sant’ Andrea.. Il premio si terrà li vicino e vi assicuro che lo spettacolo non è piacevole. Premio culturale e a due passi lo ……………fatelo perché non farlo sarebbe come non essere attenti e quindi
    ..

    Ciao 28/07/2014 14:08 Rispondi
  • Apollonio…..
    Sembri un uomo nuovo, ma che successo?
    Pare che un uomo ad un certo punto della propria vita si desta e dice: “… adesso dico tutto quello che penso…” una sorta di riscatto per tuto quello che non è potuto essere prima.
    GRANDE MICHELE continua così, sei un MITO…
    NON ABBASSARE LA GUARDIA, LA NOSTRA CITTA’ HA BISOGNO ANCHE DI TE.

    laura 28/07/2014 12:14 Rispondi

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