Asportazione e distruzione dei nidi dei pini infestati. Hanno scelto questo metodo per combattere la Processionaria nei centri abitati del Gargano, i ricercatori del dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente (SAFE) della Facoltà di Agraria dell’Università di Foggia, cui il Parco del Gargano si è affidato per le competenze tecnico-scientifiche.
Gli interventi sono cominciati già da tempo, ma oggi -proprio nella Giornata Internazionale delle Foreste- il Parco ha voluto mostrare le procedure per bonificare gli alberi colpiti dal parassita. L’intervento si svolto in una pineta di San Giovanni Rotondo, alle spalle dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza.
“Trattandosi di un’area protetta – spiega Salvatore Germinara, ricercatore UniFG – siamo stati attenti alla salvaguardia della biodiversità e della salute dell’uomo. Ecco perché l’unico intervento possibile è quello dell’asportazione e della bruciatura dei nidi soprattutto nei centri urbani e nei luoghi frequentati da persone. L’inalazione dei peli urticanti rilasciati dai nidi e diffusi nell’aria o il contatto accidentale di persone e animali con i nidi presenti su piante di ridotte dimensioni o caduti a terra, può provocare reazioni allergiche e gravi manifestazioni asmatiche”.
La Processionaria non compare oggi sul Gargano, ma è sempre esistita, ma la sua caratteristica è quella di andare incontro a delle variazioni cicliche della propria densità. Ecco perché ogni tot numero di anni si assiste ad una esplosione della sua popolazione.
“Siamo al fianco del territorio intervenendo nella lotta alla Processionaria che vede quali attori principali i proprietari dei terreni ed i Comuni. Pur nonostante il Parco – spiega il Presidente del Parco Stefano Pecorella – ha chiesto aiuto agli esperti che hanno stabilito i criteri di intervento, dopo un monitoraggio effettuato sul territorio. Con il dipartimento SAFE di Agraria è stata predisposta anche una rete di monitoraggio che consentirà, con il supporto di trappole (in foto) montate sugli alberi, di studiare il fenomeno nell’arco dell’anno”.
Nelle trappole è presente una sostanza attrattiva (feromone sessuale) che la femmina della processionaria utilizza per attirare i maschi. Una sostanza che è attiva anche a diverse centinaia di metri. Posizionando queste trappole anche in posti dove non è apparentemente presente l’insetto, si può prevedere la sua presenza. Sulla base delle catture degli esemplari adulti si potrà stimare il periodo di presenza delle larve e così programmare gli interventi mirati e localizzati da attuare nell’autunno prossimo.