Domenica 24 Novembre 2024

L’esemplare caso politico dell’Ase di Manfredonia e di Peppino Dicembrino (di S. Cavicchia)

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Prima parte.

L’ASE è l’azienda partecipata dall’Ente Locale più importante di Manfredonia, per cui pur essendo una S.p.a. con capitale sociale al 100% di proprietà comunale, è regolamentata dalla normativa prevista per le imprese private, la qual cosa ha rilevanti conseguenze sulla possibilità di un controllo sociale e pubblico del suo operato. Essa deriva dall’AMNU nata nel 1966 quando l’amministrazione comunale di Manfredonia rilevò personale, automezzi ed attrezzature della S.A.S.P.I., concessionaria del servizio di nettezza urbana. Nel tempo è stato necessario adeguare la natura giuridica dell’Azienda, segnando così un radicale cambiamento gestionale, dapprima in Azienda Speciale Ecologica e successivamente in Azienda Servizi Ecologici Spa.

L’ASE E’ UN CENTRO DI POTERE LOCALE, UN MICROCOSMO SOCIALE, UN’AZIENDA PRIVATA

L’ASE è un’azienda privata che ha ancor oggi un socio unico, il comune, ed ha un organico di 96 unità lavorative, attrezzature e tecnologia adeguata allo svolgimento di un servizio primario ed irrinunciabile.

Essa è anche un centro di potere locale, un tempo a forte impronta partitico – clientelare, impronta oggi in parte ridimensionata da una caratterizzazione più tecnico-professionale. Infatti c’è esplicita consapevolezza da parte di chi amministra l’Azienda che sono necessari interventi mirati ad integrare nuovo personale, a rivedere l’organizzazione degli uffici e dei corrispondenti livelli di responsabilità; perciò si ritiene necessario intervenire decisamente sull’intera struttura del personale ed affrontare le problematiche connesse alla funzionalità ed economicità della stessa.  Il nodo in tal senso è dato dalle enormi risorse finanziarie gestite, dagli incarichi professionali ben retribuiti assegnati su nomina politica-comunale e dal fatto che l’assunzione di personale viene per lo più fatta senza alcuna selezione pubblica, se non per le figure apicali, come è avvenuto per il direttore generale nel 2013. Essa è anche un piccolo mondo sociale articolato, un micro-cosmo rappresentativo della stratificazione sociale, del modo dominante di pensare e di fare politica a Manfredonia. In essa si intrecciano storie personali di emancipazione mediante il lavoro, speranze ed aspirazioni di cittadini, le promesse e le spinte clientelari del mondo di una politica vecchia e quella più nuova, obbligatoriamente più attenta ad una gestione più efficace e redditizia. Pena la forte ricaduta negativa per le tasche dei manfredoniani e la sua dismissione alla luce del dibattito e pianificazione nazionale in atto sulla necessità di chiudere aziende partecipate comunali, perché inefficienti, costose e, spesso, fonte di clientele. L’ASE e, dunque, un carrozzone partitico – clientelare, un luogo di vita sociale ed un laboratorio di nuove possibilità, un’azienda privata che deve produrre efficienza e redditività positiva al servizio della cittadinanza.

 L’Ase è un caso esemplare del gioco politico monocratico ed A TUTTO CAMPO di Riccardi.

Tutto ciò l’ha posta e la pone naturalmente al centro dell’attenzione della cittadinanza ed, ancor più, dei partiti, dei politici e dei consiglieri comunali da sempre. E’ necessario, tuttavia, oggi più che mai, dare la massima considerazione all’attività di questa azienda, alla luce di alcune recenti iniziative che la riguardano e che per molti aspetti ne modificano la base finanziaria, la struttura, il funzionamento, la prospettiva. Infatti è stata recentemente inaugurata la nuova sede dell’ASE, un nuovo capannone, che, di fatto e simbolicamente, l’attrezzano nel migliore dei modi e ne prefigurano un potenziamento, un rilancio. Contemporaneamente con delibera del 30/12/14 il Consiglio Comunale, convocato d’urgenza ha approvato la riduzione  del capitale sociale da € 3.494.090 ad €1.566.663 al fine di coprire le perdite di gestione pari ad €1.937.437, di cui si era già a conoscenza dal 2012. Tale perdita di esercizio si è tradotto in una riduzione del patrimonio netto dell’ASE ed incide, quindi, negativamente non solo sulla società ma anche sull’ente proprietario, il comune, ed in definitiva sui cittadini manfredoniani. La suddetta delibera comunale non prevede per il momento una ricapitalizzazione (aumento di capitale) e, quindi, un risanamento della società con l’afflusso di nuovi mezzi finanziari. Sempre con la suddetta delibera si è ampliato l’oggetto sociale dell’ASE inserendo l’esercizio delle nuove attività di a) gestione degli impianti di depurazione reflui e rifiuti liquidi b) gestione dei mercati pubblici all’ingrosso, al dettaglio, aree mercatali, mercati generali ed eventi fieristici c) gestione per conto terzi dei servizi ambientali per le aree produttive, industriali e commerciali.

Sulla base di questi dati, per i quali vanno ringraziati per gli aspetti tecnici l’eccellente prof. Raffaele Vairo e per il carattere politico il combattivo dirigente di “Manfredonia che Funziona” Giovanni Caratù, appare utile una disamina con un approccio di Sociologia Politica che consenta, pur partendo dal necessario approfondimento tecnico-fiscale-giuridico, di avere una visione più ampia e prospettica della questione. Andiamo per punti.

LA CONFERMA DELL’ALLEANZA CON IL CENTRO DESTRA E DELLO SCARSO CONTROLLO COLLEGIALE DELL’OPERATO DELL’ASE

Il C.C. del 30/12/14 è stato convocato con troppa e sospetta urgenza, con un solo giorno di preavviso, il che ha comportato non solo l’assenza di parecchi consiglieri ma anche l’oggettiva difficoltà nell’approfondire tutte le ragioni della deliberazione e soprattutto la prospettiva che si apre per l’ASE con l’ampliamento dell’oggetto sociale. Tanto più che le cause delle perdite non si conoscono e bisognerà attendere la relazione sulla situazione patrimoniale e sul bilancio di esercizio. Dall’analisi del voto di tale Consiglio Comunale si evidenzia che 15 consiglieri hanno votato a favore, 3 contrari, 3 astenuti del NCD (Pecorella, Falcone e Conoscitore) e tanti altri erano assenti. Emerge chiaramente la conferma della nuova alleanza di Riccardi col centro destra e la difficoltà oggettiva di un controllo sull’operato dell’ASE, dato che su una delibera di tale rilevanza non c’è stato alcun approfondimento sulla prospettiva. E’ da evidenziare anche l’inopportuna assenza di consiglieri che, se di maggioranza e dissidenti, dovrebbero esprimersi in questa sede per far valere le loro ragioni e convinzioni, senza alcun timore, e non in altre sedi.

L’AMPLIAMENTO DELL’OGGETTO SOCIALE E’ CENTRALE: PUO ESSERE FONTE DI REDDITTIVITA’ O SEMPLICE OCCASIONE DI CLIENTELISMO

Persistono anomalie e contraddizioni nella delibera assunta a cui l’A.C. ed il Sindaco devono dare risposte. La perdita presunta che ha portato ad una riduzione del capitale sociale era già iscrivibile nel bilancio 2012, perché già conosciuta e perché così prevede la normativa di legge. Allora perché è stata fatta improvvisamente e solo nel bilancio 2014? La perdita comunque ricadrà sui cittadini? Ci saranno aumenti di tasse? Non c’è stata per il momento alcuna ricapitalizzazione per ripianare la perdita, ma ci sarà prossimamente? A riguardo appare evidente la contraddizione tra la spinta propulsiva, il nuovo dinamismo che si vuole dare all’ASE col nuovo capannone e con l’ampliamento dell’oggetto sociale e la riduzione e limitatezza delle risorse, insieme alla mancanza di adeguate competenze e know-how in ASE necessarie per le nuove attività da intraprendere e da gestire. Quest’ultima è la questione centrale dal punto di vista della sociologia politica. Infatti la variazione dello statuto societario è piuttosto ambivalente. Da una parte è un fatto positivo purché costituisca l’occasione per migliorare la redditività dell’azienda con effetti positivi sulla tassa rifiuti. E ciò potrebbe avvenire se nel capitale sociale intervengono nuovi flussi finanziari privati e non comunali, in base ed in proporzione al valore reale e non nominale dell’azienda stessa, andando a privilegiare quegli investitori privati che hanno già competenze, esperienze e know-how necessario per le nuove attività. Dall’altra parte può essere un fatto negativo se le nuove attività fossero finanziate con risorse pubbliche poiché ci sarebbe una mazzata solenne alle tasche dei cittadini. Sarebbe ancor più negativo, inoltre, se tale ampliamento delle attività ASE fosse propedeutica a future assunzioni evitando l’utilizzo di modalità pubbliche e trasparenti. Le promesse durante la campagna per le primarie sono state tantissime e l’ASE diventerebbe nelle mani esclusive di chi governa oggi l’A.C. un’occasione ghiotta per l’utilizzo nella lotta politica di metodi e logiche clientelari, le quali, oltre che antidemocratiche ed antiefficienti, sono profondamente ingiuste perché il diritto e l’accesso al lavoro deve essere uguale per tutti, e non favorire i soliti privilegiati vicini ai potenti.

Nella seconda parte sarà approfondito il senso ed il ruolo politico di Peppino Dicembrino.

Silvio Cavicchia

Sociologo e Ricercatore Sociale del Centro Studi e Ricerche “Eutopia”

silviocavicchia@gmail.com

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Commenti

  • Cavicchia chi??? non conosco questo sociologo.

    Sara 29/01/2015 15:49 Rispondi
  • Ma dico io, Cavicchia non è stanco di fare il Vangelo ogni giorno? Per dire cosa poi?

    Meral 29/01/2015 13:25 Rispondi
  • Cavicchia chi? Il sociologo e studioso del centro studi “UTOPIA”, pardon “ENTROPIA”, pardon “eutopia”. Cosa fa questo centro studi? dove ha sede? chi ne fa parte? C’è un sito internet dove sapere di più su queste straordinarie ricerche? No perché io non trovo nulla e ogni volta che parla lo fa solo per colpire una persona ben precisa. Le primarie sono finite. Se volete fare qualcosa per la città fate proposte perché attaccare su tutto diventa ridicolo eutopia controproducente

    Mino raiola 29/01/2015 13:00 Rispondi
  • ho gradito questo articolo.l ho letto con particolare attenzione e sono daccordo su tutto.serve forse lei pofessore alla guida di questa citta’ per trasmettere tradizione,esperienza e tanta buona cultura.ci vuole gente come lei a cambiare le regole in questa citta’.

    anonimo 29/01/2015 12:22 Rispondi
    • la finiamo di autoelogiarci??? suvvià almeno cambiate ip 😀

      Sara 29/01/2015 15:51 Rispondi
  • Si è sempre detto, metafora cittadina: “Concerto di volpi… danno per le galline”… la cosa triste che sarà sempre così fino a quando…., si spera, non si vedranno brillare nel cielo di Manfredonia le stelle.

    semprevigile 29/01/2015 10:15 Rispondi
  • Ottimo articolo….con piacere ho letto che è solo una parte di una più ampia e dettagliata e profonda analisi. Avanti così! Ottimi argomenti e lucide riflessioni. Ottima la sottolineatura del problema clientelare. (da non dimenticare che si era in pieno clima di campagna elettorale per le primarie) Tante cose si potrebbero dire, ma, professore, ci dica i nomi e i cognomi dei consiglieri che hanno votato a favore, che si sono astenuti, che sono stati assenti e che hanno votato contro e faccia notare, con la sua solita chiarezza cosa questo rappresenta e le conseguenze che ha prodotto. Grazie, e grazie anche a quei movimenti politici che hanno acceso i riflettori su questa questione molto delicata e importantissima per la città. Grazie ancora.

    Federico 29/01/2015 8:55 Rispondi

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