I Carabinieri hanno sequestrato 5361 reperti archeologici, molti di questi provengono dalla nostra provincia. Il sindaco Riccardi scrive al ministro Franceschini e chiede di riportare a Manfredonia quelli che provengono dal nostro territorio.
“Il più grande ritrovamento di reperti archeologici di sempre” ha detto il ministro Franceschini nella conferenza stampa nella quale ha raccontato del recupero di più di cinquemila pezzi (anfore, crateri, stele daunie, ceramiche, piccoli bronzi, statuine, terrecotte, oreficerie, affreschi, corazze), per un valore ipotizzato tra i 40 e i 50 milioni di euro.
Una notizia di tale portata non è passata inosservata a Palazzo San Domenico e il sindaco Angelo Riccardi ha immediatamente stabilito contatti con il ministro dei Beni culturali perché “Ho il convincimento – scrive il primo cittadino di Manfredonia – che molti di questi vasi e anfore possano provenire anche da Manfredonia”.
La vicenda inizia nell’ormai lontano 2001, quando Gianfranco Becchina, colui al quale è stato sequestrato l’ingente bottino, fu fermato all’aeroporto di Linate. Partì una rogatoria internazionale, essendo interessati il negozio e cinque magazzini del “re degli scavi del sud e delle isole”, così è stato definito, situati in Svizzera. Ora, finalmente, i 5361 reperti archeologici sequestrati sono stati mostrati alle terme di Diocleziano e, come dice proprio il ministro Franceschini “Abbiamo intenzione di riportarli nei loro luoghi di origine, le regioni del centro e del sud Italia: Lazio, Basilicata, Puglia e Sardegna”.
“La mia Amministrazione, come è noto al suo Ministero, il 10 settembre scorso – si legge nella missiva di Riccardi – ha inaugurato una mostra permanente di 76 reperti, acquistati dalla provincia di Vicenza, che hanno avuto quasi la stessa storia e che da quanto riportato nelle foto sui giornali e conoscendo le vicende dell’antica Siponto, di cui Manfredonia è l’erede diretta, sembrano della stessa fattura”.
La valorizzazione dei beni archeologici consente di ricostruire l’identità cittadina e restituirgli le proprie radici. Un proposito che rientra in un panorama più ampio, finalizzato alla rinascita della cultura. “Non dobbiamo inventarci nulla – aveva detto il sindaco, presentando il ritorno a Manfredonia dei 77 pezzi della collezione Rizzon – perché il nostro patrimonio cultuale è immenso e aspetta solo di essere valorizzato”.
Riccardi, rivolgendosi al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, chiede, avendo quest’ultimo dichiarato la volontà di restituire i reperti alle regioni di provenienza, “di far arrivare a Manfredonia tutti quelli che provengono da questo territorio e che contribuiranno ad arricchire il nostro patrimonio archeologico per la valorizzazione delle nostre radici”.
Matteo Fidanza
Ufficio Stampa e Comunicazione – Città di Manfredonia
Il mio articolo sugli Iapigi (Dauni, Peuceti, Messapi) cade proprio a fagiolo…
Per sapere dove andare, devi sapere chi sei
http://inapulia.blogspot.it/2015/01/iapyges-pre-roman-inhabitants-of-apulia.html