A seguito delle continue richieste di chiarezza e trasparenza sul Gruppo Sangalli e sullo stabilimento sipontino, iniziata dal suo ingresso in Parlamento, il deputato pugliese L’Abbate (M5S) chiede l’intervento del Governo per una soluzione alternativa per la sopravvivenza del polo industriale e per la salvaguardia dei posti di lavoro
La controversa vicenda della Sangalli Vetro Manfredonia, fiore all’occhiello del distretto di Capitanata, sembra giunta al punto di non ritorno. Con i dipendenti in sciopero perenne dinanzi lo stabilimento sipontino alla disperata ricerca di mantenere il proprio posto di lavoro, il continuo via vai di politici, molti dei quali in campagna elettorale, e di relative promesse, torna a far sentire la propria voce il Movimento 5 Stelle. E lo fa attraverso il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, autore di varie interrogazioni parlamentari dove veniva evidenziata già da più di un anno la precaria situazione del Gruppo Sangalli e del suo futuro societario: il parlamentare 5 Stelle ha fatto visita ai lavoratori dello stabilimento di Manfredonia lunedì mattina.
“Come abbiamo descritto già nell’ottobre 2013, ponendo la nostra denuncia all’attenzione del Governo Letta, è necessario fare chiarezza sul Gruppo Sangalli – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) – Alla nostra prima interrogazione, il sottosegretario Dell’Aringa ci aveva assicurato che il forno avrebbe finito il proprio ciclo solamente a fine 2015 e non prima d’ora. O il Ministero non ha controllato o vi è la volontà di anteporre il ricatto occupazionale ad ogni altra azione a pochi mesi dalle elezioni. Continuiamo a ribadire ciò che ripetiamo dal nostro ingresso in Parlamento: l’interlocutore Sangalli non è trasparente né credibile. Siamo contenti che anche le Istituzioni siano ora del nostro stesso avviso ma, purtroppo, si poteva e si doveva attivarsi prima. Non si può continuare a dare credito ad un interlocutore che ha alle spalle società lussemburghesi e trust sconosciuti, con soci russi di cui si sa ben poco, con bilanci opachi dove sono contabilizzati ben 350 milioni di costi per servizi mai dettagliati. L’apertura dello stabilimento speculare di Porto Nogaro – prosegue L’Abbate (M5S) – sembra inserirsi in una logica di depauperamento della Manfredonia Vetro. Il patron Sangalli ha 82 anni, ha già chiuso cinque aziende negli ultimi nove anni, presenta bilanci in perdita, spese in crescita e contestazioni fiscali milionarie. L’ultimo piano con le banche è durato appena sei mesi. Perché continuare a dare credito e concedere un concordato liquidatorio per Manfredonia e uno addirittura con continuità per Porto Nogaro quando, già domani, potremmo ritrovarci punto e daccapo senza, con questo, aver garantito il posto di lavoro a tutti i lavoratori sipontini? Non si può attendere oltre – continua il deputato 5 Stelle – Vi sono alternative concrete che vanno prese in considerazione per dare un futuro alle 400 famiglie sipontine e ad un intero gruppo che ha ampiamente goduto del supporto dello Stato e che funge da risorsa strategica per l’intero territorio di Capitanata e del centrosud italiano, non può permettersi di chiudere anche per cause esterne al suo mercato di riferimento. Quel che chiediamo al Governo è chiarezza e determinazione nelle scelte che effettuerà”.
Con l’ulteriore interrogazione parlamentare dell’ottobre 2014, il deputato pugliese 5 Stelle chiedeva se l’eventuale ricorso allo strumento dell’amministrazione straordinaria non rischiasse di sfociare nell’ambito delicato degli aiuti di Stato. Cosa non dissimile andrebbe a verificarsi nel caso di una dilazione del debito di lungo periodo, concedibile alla Sangalli di Porto Nogaro, dato che il credito principale è comunque una finanziaria regionale, cioè finanziata dai cittadini. “È indispensabile quindi – conclude Giuseppe L’Abbate (M5S) – valutare oggi soluzioni alternative trasparenti e condivise”.
E i politici di Manfredonia oltre a strumentalizzare la disgrazia dei lavorati a fini elettorali COSA FANNO DI CONCRETO?????