L’Atto aziendale di una Asl, e in particolare di un’Asl inerente un territorio caratterizzato dalla particolare “peculiarità di ciascun territorio, degli insediamenti produttivi, del radicamento territoriale di servizi e in considerazione dell’entità numerica della popolazione, delle caratteristiche orografiche, della viabilità e dei collegamenti” come la provincia di Foggia, è un documento di indirizzo strategico particolarmente delicato. E l’ex direttore generale dell’Asl Foggia Ruggero Castrignanò lo ha prodotto dopo due anni di confronto con la Conferenza dei Sindaci e le parti interessate, in osservanza a leggi, regolamenti, normative nazionali e regionali, e provvedendo così alla riorganizzazione complessiva in conformità ai parametri di standardizzazione indicati, compresa la subentrata necessità di riduzione di Strutture Complesse e Strutture Semplici. Ma il suo successore Attilio Manfrini non avrebbe operato seguendo la stessa impostazione: da qui l’interrogazione a risposta scritta al presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, della giunta Nichi Vendola e all’assessore al Welfare Donato Pentassuglia, presentata questa mattina dal consigliere regionale del Nuovo Centrodestra Giannicola De Leonardis, che ha evidenziato sopravvenuti, ulteriori tagli, riduzioni e accorpamenti in difformità col documento di indirizzo e senza “attività partecipativa all’interno e all’esterno all’Asl Foggia, e senza nemmeno alcuna sospensione formale e successiva riapertura dell’Atto Aziendale”.
“Le decisioni finali hanno determinato situazioni di profondo disagio, di iniquità e mancato recepimento degli indirizzi in precedenza indicati” sottolinea. “In particolare, il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Foggia, è articolato – ai sensi del Regolamento Regionale n. 13 del 30 giugno 2009 ‘Organizzazione del Dipartimento di Prevenzione’ e successive modifiche – in due ambiti territoriali (area nord e area sud) composto da dodici strutture complesse. Ma si è proceduto, con l’attuale Atto Aziendale, ad una riduzione delle strutture complesse, che ha determinato la perdita di una importante Struttura Complessa del Servizio Veterinario di Area C”. E ancora, “la chiusura del Distretto socio-sanitario di Troia-Accadia e l’accorpamento e la creazione del Distretto socio-sanitario di Lucera-Troia; la chiusura del Distretto di San Marco in Lamis e l’accorpamento con quello di Vico del Gargano; il ridimensionamento nel capoluogo, con unico Distretto invece degli attuali due, “sono un ulteriore esempio di decisioni destinate a creare profondi disagi nelle comunità interessate e a sbilanciare territorialmente la sanità in provincia di Foggia, con aree fortemente penalizzate rispetto ad altre”.
Da qui l’interrogazione per sapere se “le decisioni e gli atti conseguenti, adottati dal Direttore Generale dell’Asl Foggia Attilio Manfrini in assenza di concertazione con le parti interessate, non siano tali da invalidare l’intero impianto dell’Atto Aziendale dell’Asl Foggia”, o non sia opportuno tornare al documento originario, approvato invece dopo ampia concertazione e condivisione. E se e con quali provvedimenti e azioni da Bari “intendano promuovere, per tutelare i territori, le popolazioni e i professionisti penalizzati e garantire una visione più uniforme e omogenea, e soprattutto condivisa, della sanità in un vasto territorio dove numerosi Comuni continuano ad avere una considerazione marginale rispetto ad altri”.