Giunge finalmente a Manfredonia, nel Museo Archeologico della Daunia, il prezioso tesoretto di Arpi, sequestrato dai Carabinieri della Stazione di Foggia negli anni cinquanta del secolo scorso e rimasto a Roma, presso il Museo Criminologico del Ministero della Giustizia, dal 1961.
Si compone nel suo insieme di 418 monete, tutte in argento ad eccezione di cinque esemplari in bronzo, di cui due emesse ad Arpi.
Le monete appartengono a zecche della Magna Grecia e della Sicilia e sono databili tra il V e il III secolo a.C.
Le più rappresentate, per un totale di 327 pezzi, sono i nomoi e dioboli di Tarentum (l’odierna Taranto), seguono 43 esemplari battuti a Metapontum, 10 a Heraclea e a Thurii, 9 a Velia e 2 a Caulonia.
Dalla Sicilia, invece, sono rappresentate le zecche di Gela, Himerai (Termini Imerese), Messana, Syracusae, Katane (?) e un esemplare di zecca siculo-punica.
Il tesoretto sarà ospitato nella Torre Polveriera del Castello Angioino e arricchirà il percorso museale già noto al grande pubblico per la straordinaria esposizione “Pagine di pietra” e il recente allestimento sulla preistoria della Daunia dal titolo “Venti del Neolitico-Uomini del Rame”.
In allegato il programma dell’evento