Mercoledì 18 Dicembre 2024

La Clinica San Michele rischia di nuovo la chiusura?

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Si riaccendono i riflettori sulla Clinica “San Michele” di Manfredonia, gestita dall’imprenditore Potito Salatto, magnate della sanità privata, che dirige diverse strutture sanitarie in Capitanata. Da circa due anni per scongiurare la crisi occupazionale e la chiusura dei servizi si è tentato di percorrere varie strade. Dalla riabilitazione all’attivazione della branchia monospecialistica, chiedendo alla Regione Puglia una trentina di posti in geriatria. Il “no” del neo eurodeputato Elena Gentile è stato secco. Con il Piano di riordino ospedaliero e la riconversione dell’ex Ospedale di Monte Sant’Angelo a cui furono dismessi i posti letto proprio in geriatria, sarebbe stato uno “smacco” affidare al privato ciò che soltanto poco tempo prima era stato tolto al pubblico.

La Clinica sipontina già durante la precedente gestione della società Daunia Medica s.r.l. non godeva di ottima salute. Infatti a fronte delle richieste di accreditamento per le branche di oncologia, gastroenterologia e pneumologia, la Regione Puglia le rigettava, sostenendo che “la Clinica San Michele non era in possesso dei requisiti strutturali, impiantistici, tecnici ed organizzativi minimi per l’esercizio dell’attività sanitaria in regime di ricovero per acuti per la branca di Oncologia (10 posti letto), per le branche di Gastroenterologia (20 p.l.) e di Pneumologia (15 p.l.); inoltre non era in possesso dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria per erogare prestazioni specialistiche in regime ambulatoriale prevista dal comma 4, art. 8 della legge regionale 8/2004. Si richiede, pertanto, la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria”.

Per scongiurare la chiusura della Clinica ed adeguarla agli standard previsti dalla normativa, il direttore dell’ASL di Foggia, dott. Attilio Manfrini, avrebbe voluto “spostare” circa 2 milioni di euro del budget assegnato alla Clinica privata “Don Uva” di Foggia verso il centro privato accreditato sipontino. L’idea, però, non è stata gradita all’ingegnere di Cerignola e all’ex assessore alle Politiche della salute, Elena Gentile. Infatti, non solo il Salatto non ha accettato di riconvertire la Clinica per offrire esclusivamente prestazioni riabilitative, ma i piani sono stati complicati dall’ennesimo ricorso dinanzi alla giustizia amministrativa del competitor Paolo Telesforo, patron dell’omonimo gruppo della sanità privata.

Quest’ultimo non ha ritenuto legittima l’assegnazione di risorse aggiuntive e con il ricorso al TAR ha spinto l’ASL di Foggia a ritirare l’atto di assegnazione delle nuove risorse (deliberazione n. 688 del 9 giugno 2014). Infine pende sulla Clinica San Michele una vecchia inchiesta della Guardia di Finanza nella quale venne sollevato il problema dell’incompatibilità di alcuni medici che operavano nella struttura privata accreditata pur essendo formalmente agli Ospedali Riuniti. Così, adesso, è sorto il problema del riconoscimento di ben 6 milioni di euro di prestazioni effettuate e mai pagate dalla Regione Puglia, che mai come in questo momento chiede estrema chiarezza per via dei riflettori accesi sugli sprechi nella sanità.

Grazia Amoruso

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