Domenica 24 Novembre 2024

Il Nicotel riparte (dopo una sosta tecnica): è la ricettività il vulnus del turismo del golfo

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L’Hotel Nicotel Gargano di Manfredonia riapre i suoi battenti dopo una forzata pausa per consentire l’esecuzione di interventi tecnici sugli impianti idrici della struttura. Un inghippo caduto tra capo e collo in piena estate, non solo di quel complesso alberghiero che costituisce in pratica il 50 per cento della capacità ricettiva a 4 stelle (l’altra metà e rappresentata dal Regiohotel Manfredi), ma della stessa Manfredonia che in quanto a ricettività alberghiera è rimasta alquanto indietro. Solo qualche mese fa Manfredonia ha dovuto incassare la chiusura dell’Hotel del Golfo, l’unico peraltro dislocato sulla riviera sud.

Il ritorno fra i ranghi della striminzita ricettività manfredoniana di quel resort (181 camere, 48 residence) che ha goduto per la sua realizzazione di un contributo in conto fondi Contratto d’area, è pertanto motivo di soddisfazione ma anche occasione di una severa e oggettiva riflessione su quelle che sono le strutture di base di supporto al turismo.

La conta numerica è facile a farsi data la esigua consistenza di alberghi che fanno capo a Manfredonia inteso come territorio, dal momento che nel contesto abitato di alberghi non ce n’è neanche l’ombra. Ed è quanto dire sulle velleità, o forse speranze, turistiche di Manfredonia city. Ce n’era uno, l’Albergo Gargano, costruito negli Anni cinquanta sia pure nell’allora periferia ma al cospetto del mare. Doveva essere la spinta verso un turismo che premeva alle porte di Manfredonia dalle quali è però passato velocemente senza neanche gettare uno sguardo al golfo, per approdare su altri lidi del Gargano che hanno saputo far tesoro di quella manna insperata. Quella candida struttura che preconizzava nel nome i fasti del truismo garganico, dai tratti architettonici originali, semplici e raffinati, è ormai abbandonato e cadente, in attesa di essere sostituito con “civili” abitazioni. La sua lenta e indecorosa agonia è sotto gli occhi e l’orrore di tutti. Pare la parabola del truismo, ma non solo, di Manfredonia.

L’analisi qualitativa di quel che il territorio offre non è più impegnativa di quella quantitativa. A parte i due citati hotel fiore all’occhiello della ricettività di Manfredonia, entrambi peraltro ben distati dall’abitato (sulla strada per San Giovanni Rotondo e su quella per Foggia), il panorama che si presenta è alquanto modesto nelle strutture e nelle dimensioni. Sono quelle rimaste di un patrimonio ben più denso e prestigioso. Indubbiamente dignitose nella loro categoria, condotte con cordiale impegno, che coprono uno spicchio anche apprezzabile della ricettività, ma che non bastano a fare turismo. Stesso discorso per i B&B che cominciano a fare capolino.

In ogni caso e complessivamente, Manfredonia e territorio sono ben lontani da quei canoni essenziali che connotano una località turistica. Se non si prende atto di questa realtà, come pare si è propensi a fare, si è fuori della realtà. Ed essere fuori della realtà significa non capire quel che è necessario e giusto fare. E’ questione innanzi tutto di impostare politiche che abbiano obiettivi e finalità ben definiti ed espliciti che riescano ad attrarre l’interesse di operatori e investitori. Una prospettiva più che realistica considerato che le materie prime naturali e paesaggistiche ci sono tutte e straordinarie. Sempre che nel frattempo si riesca a comprometterle se non a distruggerle.

Michele Apollonio

Nicohotel

 

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