Un incendio di natura dolosa si è verificato stamani in zona Oasi Lago Salso, nel Comune di Manfredonia. Ignoti avrebbero appiccato il fuoco in 7/8 punti diversi nell’area. Da qui il propagarsi delle fiamme, nonostante il rapido intervento del personale del Comando Stazione Oasi Lago Salso alle dipendenze del CTA CF di Monte Sant’Angelo, dell’Arif (Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali), del Corpo CIVILIS Engea – Guardie Ecologiche Ambientali di Manfredonia (Marescialli Marco Lupoli e Cosmo Damiano Marasco, coordinati dal Comandante gen. Giuseppe Marasco), del Comando della Polizia Municipale di Manfredonia. Circa 300 gli ettari a rischio in una zona 1 del Parco nazionale del Gargano.
Intervistato il comandante Giuseppe Marasco ha dichiarato: “Ogni anno vanno in fumo centinaia di ettari di palude per i motivi più vari: dal fuoco sfuggito al controllo mentre si brucia la vegetazione tagliata intorno alla bilancia, al fuoco appiccato appositamente prima o durante la stagione venatoria per creare zone aperte dove attirare gli uccelli, o ancora al fuoco appiccato per fare un dispetto al proprietario di una bilancia con il quale si ha un conto in sospeso. L’incendio appiccato oggi all’interno dell’Oasi sembra avere invece un’origine diversa, sembra di nuovo un attacco deliberato alla OASI, al Parco e a tutto ciò che rappresenta, forse sono ancora troppi coloro che non hanno compreso appieno il valore dell’Oasi, non solo come baluardo di difesa dell’ambiente, ma come patrimonio della stessa comunità sipontina e della Capitanata”.
“La pena prevista dall’art. 449 del codice penale 1° comma (incendio doloso) è congrua (reclusione da uno a cinque anni) e non contrasta con il principio di proporzionalità reato-pena previsto dalla nostra costituzione. Così decidendo la Corte Costituzionale ha rigettato la questione di legittimità sollevata dal Tribunale di Siena che aveva ritenuto eccessiva la pena prevista dall’art. 449 c.p. se raffrontata con altre ipotesi di reato, quale ad esempio l’omicidio colposo. Con riferimento a tale profilo, il Giudice delle Leggi ha rilevato che alcun paragone può stabilirsi tra i due reati attesa la loro oggettiva diversità: il reato di omicidio colposo è un reato di evento (si perfeziona con l’evento morte), l’incendio doloso è reato di pericolo (è sufficiente per il perfezionamento la minaccia del bene tutelato dall’ordinamento). E’ comunque molto difficile che una tale censura possa trovare accoglimento considerata la difficoltà nella dimostrazione della violazione del principio di ragionevolezza fatto illecito – pena.
ma se certe guardie ambientali sono anche cacciatori, come è possibile svolgere il ruolo di guardia e di ladro- bracconiere..?
Il comandante MARASCO GIUSEPPE delle Guardie Ecologiche Ambientali giustamente ha inoltre dichiarato : “non ci faremo intimidire, né ora né mai. Ricostruiremo il Centro visite, cureremo l’Oasi meglio che mai, la renderemo ancora più bella e continueremo a batterci per la tutela concreta della natura e contro il bracconaggio, i crimini ambientali e l’inciviltà che continua a governare le menti e le azioni di qualcuno”.