Il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo, del Pd, ha inviato nei giorni scorsi una lettera al ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Gian Luca Galletti con la richiesta di valutare l’inserimento del tema delle trivellazioni croate nel Mare Adriatico all’ordine del giorno delle riunioni del Consiglio ambiente durante il semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea.
“Ritengo che la salvaguardia del Mare Adriatico e la tutela del territorio e dell’economia dei Paesi che si affacciano sulle sue sponde siano una nostra priorità – si legge nella missiva – e le perforazioni petrolifere che potrebbero essere avviate dalla Croazia a poco più di 50 chilometri dalla costa della Puglia avrebbero sull’Italia un notevole impatto sia ambientale che economico”.
“Il programma annunciato dalla Croazia presenta almeno due profili problematici – scrive Bordo – le nuove perforazioni produrrebbero significativi introiti per la sola Croazia mentre eventuali danni ambientali si propagherebbero inevitabilmente fino alle coste pugliesi e delle altre regioni italiane nonché degli altri Stati membri affacciati sull’Adriatico. In secondo luogo se in futuro l’Italia dovesse decidere di autorizzare le trivellazioni nella porzione di fondale compreso tra i due confini, troverebbe presumibilmente giacimenti già ampiamente sfruttati”.
“Ho avuto modo di approfondire la questione nel corso di un incontro bilaterale con una delegazione di parlamentari croati nella Commissione Politiche dell’Unione europea della Camera da me presieduta, constatando la disponibilità della Croazia a impegnarsi, di raccordo con il nostro Paese, nella salvaguardia dell’ecosistema marino in vista della possibile attività estrattiva” prosegue Bordo.
“La questione, peraltro, coinvolgendo le relazioni tra Stati membri dell’Unione e gli altri Paesi vicini dell’Adriatico trascende i rapporti bilaterali tra Italia e Croazia e presenta un’evidente rilevanza a livello europeo. Le ricordo che di recente, al fine di ridurre l’impatto ambientale delle trivellazioni è stata adottata la direttiva 2013/30 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi, che dovrà essere ora recepita negli ordinamenti nazionali” conclude.
Loro avviano discussioni intorno ad un tavolo, mentre è già presente da qualche giorno in adriatico a largo di Vieste una nave denominata FRANKLIN , che sta effettuando sondaggi marini …chissà con quali attrezzature. Tra non molto avremo uno arrenamento di cetacei , ed una moriva di delfini anomala…chissà perché ci chiederemo.