Ennesimo successo per il Concerto Bandistico Città di Manfredonia, diretto dal Maestro Giovanni Esposto. La banda musicale ha fornito un nuova e ottima prestazione nell’ambito della tradizionale “Processione dei Misteri” a Bari dello scorso 18 Aprile. Un pot-pourri di superstizione, folclore e devozione, il tutto condito con una dose di baresità. Questi gli ingredienti della manifestazione che si svolge ogni anno durante i riti pasquali. I baresi dicono, “iessene le sande” (escono i santi), riferendosi alle nove statue che il venerdì santo, percorrono le vie cittadine da Bari vecchia al quartiere murattiano, in un lunghissimo itinerario di oltre 14 ore. Il Maestro Esposto, ha splendidamente diretto il concerto bandistico “Città di Manfredonia”, mentre i giovani talenti sipontini, coadiuvati dai numerosi diplomati, hanno dato vita ad una sorprendente performance, seguendo la statua dell’Addolorata, posto di prestigio del corteo. L’esigente pubblico del capoluogo pugliese, ha così potuto apprezzare il programma musicale composto dalle marce funebri, celebri (Beethoven, Chopin, ecc) e meridionali (Rizzola, Lamanna, ecc). Sarebbe estremamente riduttivo considerare le marce funebri come mere colonne sonore delle processioni che rinnovano la Passione e Morte di Cristo. C’è qualcosa di regale, di solenne, di austero che si affaccia nella mente dell’uomo del Sud solo pensando ad una marcia funebre. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, legate chiaramente ai riti di sepoltura. Le marce funebri si basano su temi di grande effetto in cui tutti gli strumenti occupano un ruolo importante, ma sull’insieme spicca la sezione dei flicorni (soprano, tenore, baritono) ai quali sono affidati canti, controcanti in virtù del timbro caldo e melodioso. Non è un caso che nel Meridione sia indissolubile l’accostamento marcia funebre-banda. La banda, nata per suonare all’aperto, è espressione della collettività e, quale “organismo unitario”, costituisce la rappresentazione simbolica dell’essere umano. È fatta di battito (ritmo delle percussioni) che evoca quello cardiaco e fiato (quello emesso per suonare gli strumenti) che evoca il respiro ed è questa caratteristica che la rende così radicata nel tessuto endemico della società meridionale. L’ottima prestazione dei nostri musicisti ha convinto gli organizzatori della processione, che hanno gettato le basi per una possibile riconferma del Concerto Sipontino per il prossimo anno.
Francesco Trotta