Ottantuno primavere ma non li dimostra come non dimostra di aver trascorso una vita avventurosa, con incarichi prestigiosi, densa di soddisfazioni. Iniziata appena all’età di dieci anni in piena occupazione alleata, vincitori della Seconda guerra mondiale. Da scugnizzo manfredoniano è arrivato, attraverso una serie di importanti incarichi in marina e al seguito degli americani, al Comando generale della NATO come Ispettore all’approvvigionamento di prodotti freschi destinati alle truppe alleate dislocate in Europa. Un incarico delicato di particolare responsabilità che Franco Cannito, mai si sarebbe immaginato quando vide per la priva volta gli alleati sbarcare a Manfredonia.
Fra il nugolo di scugnizzi che si assiepava intorno ad ogni jeep di soldati americani, c’era anche lui Franco Cannito, un bambino dalla faccia pulita sulla quale brillavano due occhioni vispi, desiderosi di scoprire il mondo. Come gli altri coetanei cercava di sbarcare il lunario giornaliero aspettando che i soldati mollassero un pezzo di cioccolata, una ciambella, qualche fetta di pane bianco profumato. La fragranza di pane, inebriante per loro che di pane ne vedevano poco e certamente non bianco, è stata la traccia che lo ha portato a diretto contatto con gli alleati.
Un approccio rimasto indelebile impresso nella sua memoria e che racconta così: “Assieme ad altri ragazzi mi ero recato sul molo di levante del porto attratto dalla sagoma di una grande zattera da sbarco con la bandiera inglese. Furono i primi ad arrivare a Manfredonia. Si aprì il portellone anteriore e vidi scendere grandi carriarmati muniti di cannoni. Non ne avevo mai visti prima. E mentre scendevano arrivava un profumo caldo di pane appena sfornato. Ci guardammo negli occhi e senza fare parola decidemmo di salire a bordo. C’era gran confusione. La sentinella ci vide ma fece finta di niente. Seguimmo la scia del profumo del pane e ci ritrovammo in cucina. Il cuoco vedendoci mal ridotti, capì subito che avevamo fame e ci diede un grosso filone di pane bianco profumato che divorammo subito. Fu quello il primo impatto con gli alleati”.
La svolta decisiva per l’avvenire del piccolo Franco, avvenne in Piazza Duomo. Gli alleati scelsero di stabilire il Comando della Alied Air Force nel palazzo del’ex fascio. Al piano terra il reparto della Military Police, al primo il comando del Town Major, al secondo l’American Red Cross Club, un circolo ricreativo per le truppe dislocate nell’area di Manfredonia.
“Un giorno d’inverno – ricorda Franco – ero col solito sciame di ragazzini che gironzolava nella piazza, quando arrivò una jeep con quattro militari a bordo: un maggiore e tre donne. Una di queste (seppi dopo che era il capitano Mildred A. Fortson di Detroit) mi notò fra il gruppo e mi fece cenno di avvicinarmi. Mi chiese come mi chiamassi. “Franco”, le risposi. E lei: “Frank”. E’ stato quello il momento magico della mia fortuna. Da allora mi tennero sempre con loro anche quando andavano in missione fuori Manfredonia. Mi adottarono come mascotte dell’American Red Cross Club. E’ stata quella una scuola eccezionale per imparare l’inglese: il lascia passare decisivo per le successive tappe della mia carriera”.
Arrivata l’età della ferma militare Cannito fu destinato alla Capitaneria di porto di Livorno. Per la conoscenza della lingua inglese venne distaccato in fureria addetto allo smistamento della posta per le truppe alleate. Il comandante della Capitaneria apprezzando le doti di Franco lo propose come impiegato civile presso la NATO.di Verona dove si stava allestendo una nuova grande base militare. “Mi venne affidato – spiega Cannito – il compito, previo un periodo di addestramento superato brillantemente, di ispezionare il vettovagliamento che il comando NATO acquistava in tutta Europa per rifornire le mense militari sparse nel continente. Divenni ben preso Ispettore di Prima classe, con un buon stipendio, alcuni assistenti e un’automobile personale”.
Una lunga serie di diplomi, riconoscimenti e premi da parte dei vertici NATO attestano l’impegnativo gran lavoro svolto da Franco Cannito, nel frattempo trasferito nella base militare di Brindisi ove nel 1972 termina il rapporto con la NATO per proseguirlo alle dipendenze del Ministero dei trasporti distaccato all’Ufficio motorizzazione di Foggia fino al 1997 quando va in pensione. Nel 1988 il presidente della Repubblica italiana Cossiga lo nomina Cavaliere della Repubblica.
“Dal lontano 1958 – annota – sono felicemente sposato con Mattia dalla quale ho avuto tre figli meravigliosi: sono laureati e svolgono interessanti attività. Se guardo alla mia vita – riflette – posso dirmi soddisfatto: sono partito da zero e senza alcuna raccomandazione, con una buona dose di fortuna, con tanta voglia di lavorare onestamente e con tanto impegno, sono riuscito realizzarmi”.
Michele Apollonio
per tiger:
mi ha contattato Franco Cannito ed è curioso di sapere le tue generalità…
ciao
Ricordo il signor Franco Cannito a Verona, dove abitavo con la mia famiglia d’origine, mentre era alle dipendenze della SETAF, il cui comando era nei pressi di Castelvecchio.