“Michele Mescia non ha mai smesso di alimentare il fuoco della passione e del suo talento”. E’ con queste parole che Massimo Gramellini, scrittore e vicedirettore de La Stampa, ha reso omaggio al “sarto dei presidenti”. A Torino, nella Sala della Presidenza del Consiglio Comunale, venerdì 4 aprile è stato presentato “Michele Mescia ‘U Cusetore”, il libro-intervista di Emanuele Franzoso (con prefazioni di Alain Elkann e Nicola Tramonte) che racconta la meravigliosa storia di un orsarese “adottato” con entusiasmo e ammirazione da Torino per il suo talento purissimo.
Nato a Orsara di Puglia il 14 settembre del 1945, all’età di 10 anni Michele Mescia si trasferì con tutta la famiglia all’ombra della Mole. Il futuro ‘sarto dei presidenti’ aveva 11 anni quando cominciò a fare l’apprendista in una bottega d’abiti. Gliene servirono altri 7 per vincere la borsa di studio come ‘miglior lavorante d’Italia’. Una progressione inarrestabile, ambiziosa e cocciuta che nel 2004 gli valse le “Forbici d’Oro”, riconoscimento dell’Accademia Nazionale dei Sartori. Fu proprio in quella occasione che una giornalista tedesca lo definì il migliore di tutti: “La sartoria italiana è la migliore, tu hai primeggiato sui migliori sarti italiani quindi sei il più grande sarto del mondo”. Michele Mescia, che oggi ha 69 anni e continua a dirigere con successo la sua bottega di alta sartoria in via Bertola a Torino (tra Piazza Castello e Piazza San Carlo), ha tagliato e cucito abiti per il presidente della Fiat John Elkann, per i presidenti della Rai, della Ferrari, della Piaggio. “Un giorno ero a pranzo con Alain Elkann – ricorda Michele – Ci raggiunse la notizia che il nostro comune amico, Enzo Siciliano, era diventato presidente della Rai. Dissi ad Alain che anche lui sarebbe diventato presto presidente”. Di lì a poco, Alain Elkann fu chiamato a presiedere la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, poi a reggere la presidenza della Fondazione CittaItalia. “I miei amici dicono che chi viene da me e non è presidente poi lo diventa”. Artista, maestro, amuleto, sarto dei presidenti: lo hanno definito e soprannominato in tanti modi in questi anni. Di lui hanno scritto “La Stampa”, “Panorama”, “Il Sole 24 ore”, “Il Messaggero”, e a tutti ha risposto nella stessa maniera: “Ero e resto un artigiano, anzi, nu cusutore, come si dice al mio paese”. “Io sono orsarese – dice Michele –. A Orsara di Puglia c’è ancora la macelleria della famiglia Mescia e io in paese ci torno ogni volta che posso”. Ci tornerà anche il prossimo agosto, quando anche a Orsara sarà presentato il libro-intervista che raccolta la sua storia. In un’intervista rilasciata a “Piemonte Mese”, per illustrare il suo rapporto con Orsara, ‘lu cusutore’ ha preso in prestito le parole di Cesare Pavese in “La luna e i falò”: “Un paese vuol dire non essere mai soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. A Torino, alla presentazione di ‘U Cusetore, oltre a Gramellini, a rendergli omaggio c’erano anche il presidente del Consiglio Comunale di Torino, Giovanni Maria Ferraris, e Vitaliano Alessio Stefanoni (Cna Torino). “Siamo orgogliosi di Michele Mescia e della sua storia meravigliosa”, dice il sindaco di Orsara di Puglia, Tommaso Lecce, che non ha potuto essere presente alla presentazione torinese e, per questo, ha inviato un messaggio che è stato letto durante l’evento. “Un esempio importante per tutti noi e, in modo particolare, per i nostri giovani. Ringrazio Torino, il presidente del Consiglio comunale torinese e il sindaco Piero Fassino per aver dato lo spazio e la rilevanza che meritano alla storia di un grande italiano”.