Riscoprire la normalità politica e la saggezza amministrativa
Non sono ancora all’orizzonte ma già se ne sente il rullo dei tamburi. Potenza delle elezioni. Basta il solo odore, sia pure lontano, che gli aspiranti protagonisti, in pectore o dichiarati, delle future contese elettorali, si armino per scendere nell’arena a pugnare naturalmente per il bene del popolo. E quando si combatte, si sa, non si guarda in faccia a nessuno, né si evitano colpi bassi, anzi si cercano. Ogni spunto, ogni appiglio è utile. Non si va per il sottile, né tanto meno si tiene in conto quel minimo di deontologia che nella politica dovrebbe pur essere considerato. Da una parte e dall’altra degli schieramenti. Un avvisaglia alquanto eloquente di tali scenari peraltro già visti, l’ha offerta l’ultima seduta del consiglio comunale convocata in aggiornamento di quella andata deserta “per le note vicende giudiziarie che coinvolgono il sindaco Angelo Riccardi” ha subito attaccato l’opposizione. Lo spunto per dare miccia ad una bagarre che ha sconfinato facilmente oltre le righe della polemica allargando i confini di una vicenda penosa fin che si vuole ma che rimane ancorata alla persona e alla responsabilità del protagonista. Vicenda peraltro ancora tutta da verificare, depositata com’è nelle mani della Magistratura che procede nel suo corso. Un batti e ribatti tra le parti opposte che non ha portato nulla di nuovo, né tanto meno ha detto qualcosa nella scoperta della verità dei fatti. E più che interessata a chiarire quella, l’assemblea dei consiglieri è parsa più attratta ad imbastire un processo sommario sostituendosi al legittimo tribunale. Risultato: solo una perdita di tempo e un inutile inasprimento degli animi. L’unica cosa rimasta qual era all’inizio della diatriba, è l’attesa per gli esiti delle indagini della Magistratura di Pescara. Fino ad allora tutto quello che si dirà e si farà sarà assolutamente inutile. Nel frattempo non si rinuncia tuttavia ad iniziative “eclatanti” quale la proposizione della sfiducia al sindaco. Un diversivo, una iniziativa elettoralistica fine a sé stessa avanzata da più parti. L’opposizione consiliare presenterà la propria, anticipata con una conferenza stampa, al prossimo consiglio comunale. Non occorre guardare nella palla magica dello stregone per prevedere che, dopo un acceso ed esaustivo dibattuto, la mozione sarà bocciata. L’occasione servirà solo per fare, per quello che può valere, le pulci all’attività di questa amministrazione comunale. A supportare la mozione di sfiducia non sarà infatti tanto la vicenda giudiziaria del sindaco che da parte sua difende la sua innocenza, quanto piuttosto la gestione della cosa pubblica da parte dell’esecutivo. Un esercizio forse tardivo quanto privo di effetti concreti. Nel mare magnum delle attività amministrative è infatti possibile pescare tutte le inefficienze possibili ed immaginabili ma anche, per contro, tutte le giustificazioni possibili ed immaginabili. Il ragno rimarrà tranquillamente nel suo buco. Una sfiducia oggi, ad ormai alcuni mesi dal termine della consiliatura, non ha senso: non serve a nessuno anche perché se si è a questo punto (di dover sfiduciare il sindaco e dunque l’intera amministrazione) vorrà dire che le colpe sono, sia pure in misura differenziata, di tutte le parti politiche in vario ruolo coinvolte. Spettatori impotenti (almeno fino al voto) di tanto spettacolo, i cittadini chiamati in causa a gran voce dai rispettivi rappresentanti per avallare le argomentazioni espresse. Cittadini che naturalmente una propria opinione, se non convinzione, sui protagonisti (tutti) di questa legislatura, se la sono fatta. In particolar modo su quello che hanno prodotto o non hanno prodotto. Che naturalmente sarà valutato in modo diametralmente opposto dalle parti in causa avversarie. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole di Palazzo San Domenico. E la prospettiva che si para, questa sì drammatica, potrebbe essere proprio quella di non vedere cambiato nulla, nell’ormai incalzante futuro prossimo, se non un gattopardesco trasformismo fine a sé stesso (o se stessi). Quando l’impegno comune di tutti dovrebbe essere quello di un pensoso recupero della normalità politica in cui i valori culturali, l’interesse comune, la solidarietà civile dovrebbero essere i fari guida di una attività solenne e coscienziosa quale è quella dell’amministrazione di una città, di un territorio, di un popolo che reclama una attenzione ponderata e un’azione lungimirante. Se non si hanno queste mete nella mente e questi sentimenti nel cuore, sarà assai improbabile risalire una china maledettamente in caduta libera.
Michele Apollonio
Poveri illusi, non cambierà assolutamente niente. Inizialmente partiremo con buoni propositi, ma una volta entrati nel seggio elettorale cambieremo opinioni.
Noi Manfredoniani siamo una massa di codardi.
L’analisi descritta da Logico 2013 è assolutamente comunal-popolare…
Strano che certi soggetti, pervicacemente, non ne prendono atto.
Ormai la politica, dopo le ideologie perse ha perso anche il senso del pudore, vivono gli scranni solo per il piatto di lenticchie…. e non importa chi lo propina, l’interessante è riceverlo… il piatto di lenticchie….
Sinceramente caro Michele, questa volta non sono d’accordo con te, di nuovo, sotto il sole di Manfredonia, non è vero che non c’è niente. C’è qualcosa e avanza anche il resto… Non ti puoi e non vi potete riempire la bocca con proclami che inneggiano al ritorno alla correttezza amministrativa, materiale e morale, in politica, così come sancito anche nel programma elettorale del Sindaco Riccardi, e poi far finta di niente o peggio criticare chi finalmente fa ritornare la questione morale, anche nell’azione amministrativa, al centro dell’attenzione. No, no, questa volta proprio non sono d’accordo! Si doveva parlare della necessità di avere ad amministrare questo paese dei galantuomini, a non delle persone che, al contrario di quello che tu pensi, possono già essere tranquillamente giudicati, a mio avviso, per quello che hanno fatto e detto finora, indipendentemente dall’esito delle loro vicende giudiziarie. Io sono d’accordo con quelli che hanno colto l’occasione per mettere in evidenza la mancanza di rispetto e di sensibilità che certi amministratori ancora dimostrano di non avere nei confronti dei cittadini, tentando di travisare i fatti, raccontando bugie sulle proprie situazioni. Per me già che siano, durante il consiglio comunale, emersi questi particolari sulle falsità di talune cose raccontate ai cittadini per depistarli, è sufficiente a farmi un’idea di chi ci amministra e di come lo fa e soprattutto della poca e scarsa considerazione che ha della città. Non mi interessa come andranno a finire certe vicende giudiziarie, ma il fatto di aver scoperto (grazie a pochi coraggiosi!) come stanno le cose, mi permette già di esprimere il mio pessimo giudizio su certe persone.
Ti sbagli Michele, di nuovo c’è qualcosa sotto il sole di Manfredonia, ovvero c’è gente che sta dimostrando di non avere paura di dire ciò che pensa e che non si lascia condizionare nè comprare! C’è chi non accetta di stare zitto e di piegarsi alla volontà del sovrano come stanno facendo tanti altri solo perchè sono riusciti a sistemare i propri figli, cugini, cognati, nipoti ecc. nelle società partecipate dal Comune e nei centri commerciali e nelle industrie, o che grazie ad un posto d’assessore stanno evitando la disoccupazi di recente insediatesi sul territorio o sono beneficiari di consulenze da parte di società che erogano servizi per conto del Comune che loro stessi amministrano, e tanto altro ancora, che mi auguro un giorno possa scoprirsi. Vediamo tu, Michele, sei hai lo stesso coraggio, fai accadere tu qualcosa di nuovo sotto il sole di Manfredonia, e comincia a scrivere articoli anche su queste vicende strane che riguardano alcuni nostri politici, quelli che stanno sempre zitti e alzano la mano a comando. Scopri i loro fantasmi negli armadi, altrimenti qualcosa di nuovo non ci sarà sotto il sole di Manfredonia a partire dalle vostre scelte e dai vostri atteggiamenti. Altro che…
Condivido totalmente.
Una città dove tra il popolo si vocifera chi sarà il prossimo sindaco, non può che essere la città dei balocchi.
Caro Michele quando tu dici nel tuo articolo” la politica in cui i valori culturali, l’interesse comune, la solidarietà civile dovrebbero essere i fari guida di una attività solenne e coscienziosa quale è quella dell’amministrazione di una città, di un territorio, di un popolo che reclama una attenzione ponderata e un’azione lungimirante. Se non si hanno queste mete nella mente e questi sentimenti nel cuore, sarà assai improbabile risalire una china maledettamente in caduta libera”. Ma questo vale per una amministrazione comunale seria dove esiste un progetto politico con una strategia capace di far crescere la comunità e portare fuori dal pantano la città di si rappresenta. Questo lo si può fare con una giunta di elementi capaci che abbiamo conoscenze ed entusiasmo e sappiamo che la politica è soprattutto servizio, al contrario di quello che noi assistiamo al palazzo dove il sole non splende, ormai da troppo tempo é buio pesto e le giornate amministrative della politica sono sempre più uggiose tanto da far disamorare i cittadini ed allontanarli dal palazzo. Fare il sindaco non è come fare l’amministratore unico di una società, quello lo lasciamo a Dicembrino che a Foggia sta con UDICAP – NCD ed a Manfredonia con il primo cittadino, ma fare il sindaco vuol dire amministrare collegialmente chiamando le menti migliori della città e non fare la scelta solo per fini politici. Negli ultimi anni la politica di questa città ha volato basso forse come dice Berlusca consentitemi non ha volato proprio compreso il partito di maggioranza del sindaco di cui non si conosce ne la linea politica e ne chi sia il suo segretario. Gli scranni del consiglio comunale si compone di una maggioranza di consiglieri comunali che a Foggia stanno con il centro destra tipo Ricucci Michele e Spagnuolo( in forza alla UDC) e Tomaiuolo Francesco e Valentino Salvatore(UDICAP – NCD), mentre a Manfredonia non con il PD ma con Riccardi persona fisica sindaco questa è la politica cittadina pensate come siamo messi povero Berlinguer e povero Moro. Quale sia a maggioranza a palazzo San Domenico non si sa ma si sa solo che i consiglieri di maggioranza e gli assessori della giunta si lamentano per strada vicino ai bar e con la gente che incontrano del loro sindaco che accentra tutto, e dicono che dobbiamo fare, semplice avere il coraggio per amore per rispetto a chi vi ha votato di mandarlo a casa, ed allora a questo punto, ben vengano le LISTE CIVICHE, il movimento CINQUE STELLE, NCD insieme alla città per mettere fino a questo tormento sociale e smetterla una volta per sempre con le promesse del lupo perché questa non è la CITTA’ DEI BALOCCHI.
Ma che vuole che succeda, mi scusi? Si sta tanto bene qui. Va tutto bene qui. C’è tanta felicità qui.