I contenuti dei comunicati sindacali apparsi negli ultimi giorni su quotidiani della nostra provincia non sono condivisibili sia nel merito che nel metodo.
Partendo da quest’ultimo, invocare il commissariamento in un momento delicato in cui le difficoltà finanziarie che riflettono esclusivamente uno stato generale di disagio economico che vive la nostra società nel suo complesso e da cui il Consorzio non può essere immune, è il chiaro sintomo di un grave tasso di irresponsabilità che sta pervadendo alcune componenti dell’Ente e che in questo momento rappresenta un grave vulnus per la necessaria interlocuzione sia con la Regione che con gli Istituti di Credito al fine di ricercare idonee soluzioni per il superamento della contingente crisi di liquidità del Consorzio.
Riguardo al merito, invece, le farneticanti accuse di “mala gestione” sono così approssimative nei contenuti e pregne di un evidente malanimo nei confronti della Presidenza dell’Ente (come se poi il Presidente fosse un Amministratore Unico e non invece il corresponsabile, in maniera democratica e collegiale, insieme agli altri amministratori, della gestione dell’Ente) da fare appalesare un evidente risentimento per l’avere messo in discussione non solo delle inveterate cattive consuetudini da parte dei rappresentanti sindacali (frequenti assenze dal posto di lavoro mascherate da permessi sindacali) ma anche, in senso più generale, per aver chiesto di rivedere alcuni diritti acquisiti ormai ritenuti obsoleti e assolutamente non in linea con il difficile momento economico vissuto dall’Ente.
Più nello specifico, si ritiene di voler rimarcare come la buona gestione dell’Ente sia stata nell’ultimo anno asseverata da un Piano industriale che ha dettato le coordinate dell’azione amministrativa per i prossimi anni, al fine di evitare una pericolosa “navigazione a vista”, piano che, peraltro, non ha tardato a generare i suoi effetti soprattutto in termini di ottimizzazione della gestione e risparmio di costi di produzione, e che l’azione legale avviata nei confronti di Equitalia non risponde al “gioco delle tre carte” per voler coprire altra magagne, ma è un atto assolutamente giustificato dall’accertamento di precise responsabilità in ordine alla mancata attivazione delle procedure di riscossione di ruoli regolarmente emessi dal Consorzio di Bonifica.
Infine si ritiene dover stigmatizzare l’assurda asserzione secondo la quale il Presidente del Consorzio favorirebbe l’evasione contributiva da parte delle grandi aziende agricole a scapito di quelle piccole. A parte che questo sarebbe in evidente antitesi con quella che è la storia del Presidente Salcuni, come noto da 10 anni Presidente provinciale di Coldiretti, notoriamente Organizzazione di rappresentanza delle piccole e medie imprese agricole, è però evidente che l’amministrazione consortile non ha mai tollerato e mai tollererà sacche di evasione contributiva che, allorquando ci sono state, sono state perseguite nei modi e termini dovuti, e lo saranno sempre più nonostante la piena consapevolezza delle difficoltà economiche attraversate negli ultimi tempi dalle imprese agricole e alle quali lo stesso Presidente Salcuni si è richiamato in recenti interviste ma il cui pensiero è stato riportato in maniera equivoca e distorta.
Il Consorzio per la Bonifica della Capitanata, da oltre 90 anni a servizio non solo delle imprese agricole ma dell’intero territorio in termini di protezione e salvaguardia di quest’ultimo nell’interesse della intera collettività, meriterebbe sicuramente più rispetto per la sua storia e per quello che ha rappresentato e rappresenta tuttora piuttosto che essere additato come Ente carrozzone che sperpera risorse: se il Consorzio per la Bonifica della Capitanata, unitamente al Consorzio di Bonifica Montana del Gargano, sono gli unici Consorzi pugliesi non commissariati, questo non può che essere ascritto alla corretta gestione economica effettuata in tutti questi anni.
Certo in un periodo di crisi economica che attraversa anche il Consorzio per la Bonifica della Capitanata, tutti devono essere chiamati a fare un piccolo sacrificio (dipendenti, aziende agricole e tutti gli altri attori della filiera) e un sacrificio un po’ più grande riteniamo di doverlo chiedere alla Regione Puglia che anche quest’anno ha stanziato qualcosa come 16 miliardi di euro a favore degli altri Consorzi commissariati e non può quindi continuare ad usare due pesi e due misure, penalizzando in un momento difficile i Consorzi che hanno finora dimostrato di avere bene interpretato il modello dell’autogestione in termini di corretta amministrazione.
E’ necessario pertanto in questo frangente un richiamo ad un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti perché quello che i nostri padri hanno costruito con grande sagacia ma anche con grande fatica, non sia messo in discussione per salvaguardare soltanto piccoli interessi di bottega.
Il Presidente Consorzio per la bonifica della Capitanata
Pietro Salcuni
ma per favore…sti dipendendi del consorzio sono irritanti….una massa di imboscati che godono a prendere lo stipendio ogni mese….fanno bene a farvi capire cosa significa sacrificarsi…..per nn parlare dei sindacati…nn intervengono mai per le vere ingiustizie ma solo per difendere gli indifendibili…..