A seguito di alcune vicende di cronaca, di qualche anno fa, sulle adolescenti di Manfredonia invischiate nella prostituzione minorile, la scuola ha avvertito la necessità di studiare da vicino i cambiamenti che investono il “mondo delle ragazze” che oggi vivono la propria esistenza in una società che mercifica i “loro corpi troppo timorosi” per dire basta allo sfruttamento e alla violenza sulle donne. Così nasce il “progetto ragazze” nell’ambito dell’Osservatorio Sociale ed Antropologico dell’Istituto Socio-pedagico “A.G. Roncalli” di Manfredonia con la partnership dell’Assessorato alle Politiche Sociali e l’Azienda sanitaria del nostro territorio. Il 07 marzo 2007 firmarono un Accordo di Programma, fissando tempi, modalità ed obiettivi.
Alcuni docenti del Roncalli insieme alle studentesse hanno delineato il progetto attraverso una ricerca sociale a carattere scientifico, somministrando un questionario, composto da 85 domande, ad un campione di studentesse dai 14 ai 20 anni che frequentavano tutti gli istituti superiori del nostro paese. La ricerca scientifica è stata sviluppata in tre anni, analizzando le condizioni di vita, i bisogni e i desideri delle ragazze in tre ambiti: la famiglia, l’amore e la città. Citiamo i docenti che hanno sostenuto il progetto: le proff.sse Rosa Porcu, Enza Gentile, Sipontina Santoro, Raffaella La Torre, Lucia Bollino ed Elena Garofalo. Il 22 marzo 2014 il progetto è stato presentato pubblicamente al Teatro comunale “Lucio Dalla” in un incontro-dibattito presentato dalla prof.ssa Rosa Porcu, e dal sociologo prof. Silvio Cavicchia che ha supervisionato la ricerca sociale. Erano presenti assistenti sociali, docenti, gli assessori Cascavilla e Varrecchia, e alcune studentesse. Dall’esposizione del progetto sulla questione “ragazze e amore” sono emersi dei dati significativi ed allarmanti su cui dovrebbe riflettere ed interrogarsi tutta la comunità di Manfredonia incluse le istituzioni. Le adolescenti pensano che per vivere liberamente i rapporti sentimentali con i ragazzi basti trasgredire il naturale comportamento adolescenziale. Infatti dall’analisi dei risultati una parte delle adolescenti pensa al sesso come ad un completamento del rapporto d’amore, invece una percentuale significativa oltre il 40% cambia partner abitualmente. Quando il rapporto non è protetto abortisce semplicemente! Inoltre è emerso che le ragazze a Manfredonia vivono, ancor oggi, una condizione di sottomissione al “maschio” che non le lascia libere di frequentare i propri interessi e le amicizie e vi rimangono legate perché temono di restare sole. Riflettendo su queste conclusioni, rileviamo che le adolescenti hanno un concetto confuso “dell’amore” e credono di vivere nell’assoluta libertà il sesso, l’amore e le amicizie. Invece sono ingabbiate nelle logiche di una società patriarcale e profondamente maschilista. Sono condizionate dagli stereotipi della bellezza a tutti i costi e dell’egoismo più ceco che annebbia il loro animo e la mente, offuscando i sentimenti più profondi. Occorre intervenire in primis nella famiglia che dovrebbe rappresentare “l’amore per eccellenza”. I genitori testimoniando un amore genuino che li unisce diventano un valido esempio per i figli. Inoltre sono vettori importanti dei valori sul rispetto reciproco di sé e dei sentimenti della coppia. Non è facile fare il genitore ma è importantissimo che si aprano ai figli spronandoli a discutere sul loro mondo inclusa la sessualità. Auspichiamo che le istituzioni continuino a sostenere il progetto diffondendone la pubblicazione su larga scala in modo che la comunità possa conoscere ed approfondire queste importanti tematiche che investono i nostri ragazzi.
Grazia Amoruso