Finalmente è Carnevale, ancora pochi giorni. Ognuno di noi può indossare la maschera che vuole, per un giorno possiamo essere chi e quello che vogliamo. Possiamo mutare il nostro aspetto e la nostra anima ma soprattutto possiamo dare spazio ai nostri più infantili atteggiamenti: ballare, cantare, gridare, saltare, sbeffeggiare liberamente e senza il timore di venir giudicati per la nostra spontaneità. Per un giorno possiamo essere felici chiedendo in prestito tutti i colori dell’arcobaleno, mantenendo al contempo quella dignità di uomini liberi di esprimersi. Questa è una delle ricchezze della vita, la manifestazione della gioia, dell’amore, divertirsi mascherandosi senza il timore di doversi nascondere. Il Carnevale è la capacità di ognuno di noi di andare sulla cattedra e recitare quella poesia da noi composta e che parte dal profondo del nostro cuore, coinvolgendo e rendendo partecipi tutti gli altri. Un po’ quello che ha fatto il nostro “Ze’ Pèppe Carnevéle”. Tante sono le leggende che s’intessono intorno a questo tipico personaggio. Alcuni sostengono addirittura che sia realmente esistito. Si dice che egli, uomo scherzoso e burlone, un giorno, in groppa al suo somaro, nel fare ritorno a casa, fu investito da un violento temporale. Trascinato dagli elementi, fu trovato esanime davanti alla chiesa di S. Domenico, felice e… sorridente. Da qui il nomignolo di “Ze Pèppe Carnevéle”.
La tradizione vuole che il cafone Ze Pèppe, la vigilia di Carnevale, pur affetto da “pintùre” (broncopolmonite), fa rientro in paese per trascorrere i tre giorni di Carnevale in allegria, dandosi alla pazza gioia facendo il tipico “ballo per casa” nelle socie. Il terzo giorno si accascia a terra esausto e “…stènne i pìte” (stende i piedi, muore), ma con il sorriso sulle labbra. Gli vengono tributati solenni funerali, al termine dei quali, tra la disperazione della consorte, “cummére Seponde”, pianti, balli e suoni, viene “cremato”. Ma questo personaggio, oggi simbolo del nostro carnevale, è un’invenzione abbastanza recente, infatti negli anni ’20 Ze Pèppe non esisteva. Il Satanello era l’unico costume di carnevale, era metà rosso e metà nero con i sciscilecchie (i campanellini) attaccati al cappuccio con le corna, alle ginocchia e alle caviglie. I Diavoli avevano il compasso di legno in mano e con quello facevano rumore e giravano per le case per dare e ricevere, da chi era affacciato ai balconi, salemûne (confetti di Sulmona) e caramelle, ma anche per consegnare biglietti d’amore alla ragazza che si corteggiava. Pare che con l’approssimarsi della seconda guerra mondiale il costume del Satanello, abbastanza complicato da realizzare, lasciasse il posto al più semplice pagliaccio metà di un colore e metà di un altro. Una leggenda racconta anche che durante il catastrofico terremoto che colpì Siponto nel 1223, essendo di Carnevale, molti sipontini scapparono indossando il costume del Satanello, ma è una storia poco probabile poiché il nostro Carnevale è la continuazione di quello di Foggia “murt accise” agli inizi degli anni ’60. Infatti la prima e la seconda edizione del veglioncino dei bambini si tenne al Teatro Giordano di Foggia con la denominazione “Carnevale Dauno”. La terza edizione si svolgerà a Manfredonia dando inizio al Carnevale di Manfredonia conservando, tuttavia, la denominazione originaria. Da allora, con alti e bassi, il Carnevale Dauno di Manfredonia ha sempre attirato gente da tutto il circondario e oltre… e finché ci crederemo il nostro Carnevale non finirà.
Buon divertimento a tutti, belli e buoni, cattivi e brutti.
Raffaele di Sabato
Leggendo questo pezzo devo dire che anche io non mi trovo con quanto detto sopra. Il carnevale di Manfredonia ha origine nel periodo romano , il carnevale nella concezione moderna e delle sfilate nasce nel 1952 ma a Manfredonia…le prego, di correggere, gentile direttore di Sabato.
Mai sentita questa cosa sul veglioncino dei bambini ma comunque il Carnevale di Manfredonia è più che secolare. Manfrediniano al 100 per 100
Non ho capito perché è stato cambiato il percorso???
Il Carnevale di Manfredonia era festeggiato, come testimoniato presso i romani… È stato scritto anche un libro sulle sue origini risalenti a prima dei romani… Come manifestazione è unica 🙂
Il Carnevale di Manfredonia è nato nel periodo della magna Grecia e a Manfredonia non altrove… Ufficialmente 61anni fa ma è molto più antico… Non mi ritrovo con quanto scritto
Scusate che cavolo significa fogg con il nostro carnevale!?