Privatizzare una quota di minoranza di Poste Italiane. Tradotto: azioni gratuite ai dipendenti da gestire in forma collettiva e ingresso nel Cda dei lavoratori, così come avviene in Germania e Gran Bretagna. A supportare questo nuovo modello è la Slp Cisl, primo sindacato in Poste italiane. «Per anni – sostiene Antonio Lepore, segretario territoriale della Slp Cisl Foggia – la nostra più grande preoccupazione è stata evitare lo spezzatino di Poste, con lo scorporo di Bancoposta e dei settori floridi dai Servizi postali. Questo sarebbe costato migliaia di posti di lavoro, oltre che lo sfascio di un’azienda multi service come Poste. Aprire al capitale privato, invece, è differente dal privatizzare: cedere il 40% delle quote, con un parte di essa riservata e da destinare in forma gratuita ai dipendenti, rappresenterebbe un modello di avanzamento culturale, sindacale e politico mai accaduto in Italia. Si darebbe ai lavoratori la possibilità di essere rappresentati nel Cda e di prender parte alle decisioni all’interno del board. Tra l’altro gli assetti di Poste si definirebbero in maniera stabile e duratura, scongiurando qualsiasi legge di stabilità o pericolo spacchettamento usato solo per far cassa». La Slp Cisl è pronta e sostenere questo progetto.