“Oggi non so dire se mi ricandido, di certo non starò a guardare”. Così Iaia Calvio, da questa mattina ex sindaco di Orta Nova a seguito delle dimissioni congiunte di 9 consiglieri, ha concluso la conferenza stampa svoltasi nella Federazione provinciale del Partito Democratico di Foggia con al fianco il segretario provinciale Raffaele Piemontese e la deputata Colomba Mongiello, con quest’ultima ad esprimere “vicinanza e solidarietà” anche da parte dei colleghi parlamentari Michele Bordo e Ivan Scalfarotto.
“Noi tutti abbiamo piena fiducia in Iaia e condividiamo l’operazione verità che a partire da ieri, in un affollatissimo comizio, ha iniziato per spiegare all’opinione pubblica, non solo ortese, le ragioni che hanno determinato la crisi dell’Amministrazione comunale”, ha esordito Piemontese prima di lasciare la parola all’ex sindaco di Orta Nova, alla quale ha espresso “tutto l’orgoglio di essere nel partito di cui lei è un’autorevole dirigente”.
“La crisi amministrativa ortese dimostra quanto possa essere devastante per una città la presenza nelle istituzioni di persone che hanno come unico obiettivo l’interesse personale – ha affermato Iaia Calvio – Gente con la quale non funziona il richiamo al valore della legalità ed al rispetto del bene comune; gente che nei due anni e mezzo di governo è passata dalle richieste ai ricatti. Pur di realizzare quanto di buono è stato fatto, abbiamo tergiversato sulle richieste, senza mai soddisfarle, ma non abbiamo potuto cedere ai ricatti, e per questo io non sono più sindaco e gli amministratori e i consiglieri comunali onesti non sono più amministratori e consiglieri.
Tre eletti, con una manciata di voti rispetto a quelli della coalizione, hanno provato a condizionare l’Amministrazione e, purtroppo, sono riusciti a rallentarla manifestandosi per i manigoldi che sono. Una degenerazione che ha sorpreso me e quanti hanno sostenuto la loro candidatura al momento della composizione delle liste. Con il senno di poi, ho certamente commesso l’errore di fidarmi degli accaparratori ed è per questo che oggi voglio smascherarli, augurandomi che i cittadini lo ricordino quando questi malfattori si ripresenteranno per chiedere il voto.
La decenza è morta ormai, vedere il primo cittadino seduto sulla scrivania come uno scolaro indisciplinato seduto su un banco di scuola, denota la decadenza di una società che ha ben poco da offrire.