Progettare il futuro rivalutando il passato. Manfredonia guarda e studia il suo centro storico per definire le regole per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio della città dentro l’antica cinta muraria. E’ l’ambizioso quanto opportuno progetto varato dall’Amministrazione comunale e partecipato al pubblico con una mostra degli elaborati realizzati, allestita nel chiostro di Palazzo San Domenico.
Iniziato nel 2010 con il rilievo critico del centro storico da parte dell’Ufficio di Piano del Comune a cura degli architetti Antonello D’Ardes, Roberto Russo, Ciro Salvemini, Stefania Fortuna con la consulenza scientifica del professor Leonardo Rignanese dell’Università di Bari, il poderoso progetto ha avuto la decisiva spinta dal nuovo assessore all’urbanistica Matteo Clemente, manfredoniano trapiantato a Roma ove è docente di progettazione urbana e architettonica presso l’Università La Sapienza di Roma e di ingegneria edile-architettura nell’Università di Perugia. Un esperto dunque con notevoli esperienze anche all’estero coronate da prestigiosi riconoscimenti, che ha impresso un decisiva accelerata al settore urbanistico.
“Il centro storico, o piuttosto la città storica di Manfredonia – spiega il professor Clemente – è il centro funzionale dove si concentrano maggiormente i servizi commerciali e terziari, nonché le rappresentanze istituzionali. È il centro simbolico e identitario dove ci si ritrova, ci s’incontra, si passeggia, si celebrano i principali riti collettivi. La città storica è la città dello spazio pubblico, contiene e manifesta la centralità dei valori storici, architettonici, formali, strutturali e funzionali”.
Impostata nella seconda metà del XIII secolo per divenire una grande città, è rimasta incompiuta per la morte prematura del fondatore re Manfredi.
“All’interno del perimetro delle mura – indica l’assessore – sono presenti molte stratificazioni, trasformazioni ed evoluzioni di tipi e di organismi edilizi, che hanno trovato nella maglia rettangolare un materiale urbano semplice e duttile, adatto al progressivo riempimento dell’area recintata”.
La ricognizione della realtà edilizia della città ha avuto come obiettivo principale l’elaborazione di un quadro conoscitivo del centro storico completando e informatizzando sopratutto due livelli di lettura: il rilievo delle facciate e l’organismo urbano.
Il rilievo fotografico delle facciate e la sua restituzione architettonica, costituiscono un’importante documentazione dell’immagine urbana e un fondamentale materiale per tutta una serie di letture sulle condizioni di questa “pelle” dello spazio pubblico: dal suo carico tecnologico, spesso invasivo, alla testimonianza di un’architettura ricca di elementi architettonici caratterizzanti e formalmente notevoli.
Più articolata la lettura dell’organismo urbano nel quale sono evidenziati vari aspetti: i materiali costituenti il tessuto edilizio, la stratificazione tipologica, la struttura urbana, la forma urbis. Una osservazione attenta delle fasi di formazione del centro storico che ha consentito di ricostruire le configurazioni della struttura urbana presente nei diversi secoli. In particolare è stata ricostruita la prima mappa catastale al 1898.
La schedatura del cospicuo patrimonio edilizio fatto di edifici di importante valore storico e tipologico, ha permesso di produrre un abaco dove i singoli tipi sono stati definiti, descritti negli elementi costitutivi e caratterizzanti. Conoscenze utili a definire regole per contrastare i processi di alterazioni – materiche e tipologiche – e di banalizzazione dei tipi e delle strutture per interventi casuali e slegati dalla natura dei manufatti.La lettura tipologica ha infine consentito di prestare attenzione agli elementi architettonici e decorativi che delle strutture edilizie fanno parte.
“La schedatura e la classificazione di questi elementi – rileva l’assessore Clemente – costituisce l’abaco degli elementi architettonici, gli elementi dei paramenti decorativi murari degli edifici del centro storico che restituiscono il ricco campionario di un patrimonio edilizio non vistoso, ma che presenta numerosi esempi di edifici, di architetture, di decorazioni che denotano cura del manufatto e ricercatezza stilistica, decorativa e costruttiva”.
Michele Apollonio