Mercoledì 15 Gennaio 2025

Il comune di Manfredonia dovrà pagare due milioni di euro per una vertenza edilizia

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Fine di una storia iniziata mezzo secolo fa e andata avanti nelle aule giudiziarie

 

«LA CORTE di Appello di Bari, definitivamente pronunciando sulla domanda proposta da L. M., L. A., L. N., L. V., S. L. contro il Comune di Manfredonia, così provvede: determina in € 2.226.219,79 l’indennità per l’acquisizione sanante ex art. 42 bis TUES; ordina al Comune di Manfredonia di versare la suddetta somma presso la Cassa DDPP a disposizione degli aventi diritto, oltre interessi al tasso legale con decorrenza dalla data del decreto di acquisizione sanate ex art. 42 bis TUES fino al giorno del deposito».

È IL DISPOSITIVO della sentenza pronunciata dalla Prima sezione civile della Corte d’Appello di Bari, in merito alla disputa giudiziaria tra i ricorrenti innanzi indicati e il Comune di Manfredonia in merito alla contestazione di un suolo edificatorio.

QUELLA appena conclusa è una storia complessa che prende le mosse nei primi Anni 70 allorquando i proprietari di un suolo alla periferia della città chiesero al Comune il permesso di costruire due palazzine per civili abitazioni. Permesso concesso a fronte della cessione al Comune di alcune aree destinate a uso pubblico.

UNA TRANSAZIONE del tutto ordinaria a quei tempi rimasta intoccata per oltre un quarantennio, allorquando, nel 2018, i proprietari di quel suolo hanno avanzato istanza al Comune di costruire sui quei suoli dati in compensazione al Comune, tre fabbricati. Per tutta risposta il Comune ha evidenziato che quell’area era stata adibita ad uso pubblico nel corso dei trascorsi 40 anni. I ricorrenti si sono rivolti al TAR che ha annullato il diniego del Comune, posizione confermata dal Consiglio di Stato al quale si era ricolto il Comune. Motivo? «La mancanza di un valido titolo costitutivo dell’uso pubblico».

ALL’ATTO della transazione del 1971 si è scoperto che tra i proprietari dei suoli e il Comune non venne stipulato nessun atto legalmente valido. La circostanza è stata evidenziata dal TAR al quale si sono rivolti i proprietari dell’area per contestare il diniego del Comune, e il Consiglio di Stato, adito dal Comune, che ha confermato la sentenza del TAR. I proprietari chiedevano pertanto con una istanza del giugno 2021, «la restituzione delle aree illegittimamente occupate ovvero il loro acquisto al patrimonio dell’Ente mediante provvedimento di acquisizione sanante».

AL SILENZIO del Comune i proprietari si sono nuovamente rivolti al TAR che ha fissato nel 10 giugno 2021 il termine del periodo di 90 giorni entro i quali il Comune di decidere, nominando il Prefetto di Foggia quale Commissario ad acta. Nel gennaio 2022 il Comune, «giusta deliberazione della Commissione straordinaria con i poteri del Consiglio comunale», ha proceduto all’acquisizione sanante dei suoi in contestazione.

A QUEL punto si innescava la contesa sula somma da corrispondere che una stima dei tecnici ha quantificato i 6.820.000,00 euro. Il Comune ha contestato quella stima con un serrato confronto sostenuto dagli avvocati Pierpaolo Fischetti e Gabriele Bavaro per i proprietari, e Teresa Totaro per il Comune. Dall’analisi approfondita in contradditorio dalle parti interessate, si è definiti in 2.226.219 l’importo che il Comune dovrà corrispondere ai proprietari dell’area.

Michele Apollonio

 

 

 

 

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