I Carabinieri della Compagnia di Cerignola hanno arrestato in flagranza un 33enne originario di Caserta, accusato di truffa aggravata. L’indagato, presentatosi presso l’abitazione di una 90enne del luogo, sola in casa, si era fatto consegnare dalla donna monili in oro, che sarebbero dovuti servire a coprire le prime spese, quantificate in 5.000 euro, necessarie a garantire la difesa legale della figlia della vittima, asseritamente trattenuta in stato d’arresto in conseguenza di un sinistro stradale. L’arrivo dell’uomo era stato anticipato telefonicamente da un sedicente Maresciallo dei Carabinieri, che aveva concordato con l’anziana le modalità di consegna dei gioielli.
L’indagato, una volta uscito dall’appartamento della vittima, è stato controllato dai militari dell’Arma – che lo avevano visto aggirarsi con fare sospetto e che avevano notato che non fosse del posto -, i quali, nel corso di una perquisizione personale, lo hanno trovato in possesso dei gioielli prelevati poco prima. L’uomo, tratto in arresto, è stato tradotto presso la casa circondariale di Foggia.
Nello stesso periodo è stata consumata una truffa con modalità analoghe a San Marco in Lamis, dove i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato in flagranza di reato un 47enne della provincia di Napoli. Anche in questo caso sarebbe pervenuta una telefonata presso l’abitazione di un 94enne del posto. A risponedere alla chiamata avrebbe provveduto la badante 58enne dell’uomo, a cui un finto carabiniere aveva prospettato la necessità di versare somme di denaro a ristoro dei danni cagionati durante un sinistro stradale provocato dal figlio dell’anziano, in quel momento trattenuto in Caserma. La donna, preoccupata per la notizia ricevuta, oltre ad attivarsi per recuperare i 4.000 euro e gli oggetti di valore che – come pattuito telefonicamente con il sedicente carabiniere – avrebbe dovuto consegnare ad un emissario che si sarebbe presentato a casa, ha anche condiviso l’accaduto con alcuni parenti del 94 enne. Questi, insospettiti e temendo potesse trattarsi di un tentativo di truffa, hanno prontamente contattato il numero d’emergenza 112. Le informazioni ricevute tempestivamente e le prime indagini hanno consentito ai militari dell’Arma di bloccare l’indagato – tradotto presso la casa circondariale di Foggia – subito dopo aver riscosso il denaro e alcuni gioelli presso l’abitazione.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e gli indagati, la cui posizione è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, non possono essere considerati colpevoli fino alla eventuale pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.