Marcello Ravveduto: “Il nostro Rapporto si inserisce nei progetti di Citizen Science, unendo sapere scientifico e conoscenza del territorio. La sinergia tra accademici e CSV Foggia ha dato vita a uno strumento unico”.
Il 22 novembre scorso, la Provincia di Foggia ha ospitato la presentazione del primo rapporto dell’Osservatorio Mafia di Foggia, un’iniziativa di grande impatto promossa dal Centro di Servizio al Volontariato di Foggia, in collaborazione con il Laboratorio Interdipartimentale di Storia e Media Audiovisivi dell’Università di Salerno e con il patrocinio della Consulta Provinciale per la Legalità. L’evento, che ha visto il supporto di Libera Foggia, ha rappresentato un momento cruciale per analizzare la complessità della criminalità organizzata nel capoluogo daunio.
Moderato dalla giornalista Annalisa Graziano, responsabile della comunicazione del CSV Foggia, l’evento si è aperto con gli interventi istituzionali di Mario Dal Maso, delegato alla Consulta Provinciale per la Legalità, Giuseppe La Porta, vicepresidente della Consulta e Pasquale Marchese, presidente del CSV Foggia, che hanno evidenziato come questa iniziativa rappresenti un tassello fondamentale nella lotta contro le mafie locali.
Ricerche accademiche per comprendere il fenomeno – La presentazione del rapporto è stata introdotta dalle ricercatrici Maria Chiara Calò dell’Università di Napoli “Federico II” e Valentina D’Auria dell’Università di Salerno, che hanno presentato due studi distinti. La prima ha illustrato i risultati preliminari di una ricerca sulla mafia foggiana avviata su input dell’ex Commissione Parlamentare Antimafia, mentre la seconda ha analizzato il legame tra mafie e social network, evidenziando come il crimine organizzato utilizzi le piattaforme digitali per rafforzare il proprio controllo e influenzare la narrazione pubblica.
Un primo rapporto che svela le dinamiche criminali – La presentazione del primo Rapporto dell’Osservatorio Mafia di Foggia è stata affidata a Maria Lorenza Vitrani e a Laura Picoi, volontarie del Servizio Civile Digitale del CSV Foggia, che hanno illustrato i risultati di un’analisi condotta su 424 articoli pubblicati tra giugno 2023 e giugno 2024. La rassegna stampa ha coinvolto nove giornali cartacei e tre testate online, suddividendo i contenuti in micro-aree tematiche, tra cui operazioni di polizia, reati ambientali, cronaca giudiziaria, violenza, droga, estorsioni, politica e clan.
Dal rapporto emerge che i temi più trattati sono stati società civile (28%), operazioni delle forze dell’ordine (18%) e cronaca giudiziaria (13%). Tra i dati più significativi, spicca l’aumento dei collaboratori di giustizia, un elemento che ha permesso di fare luce su episodi criminali rimasti a lungo oscuri. Parallelamente, alcuni ambiti come il traffico di droga e la violenza hanno ricevuto meno attenzione mediatica, spesso a causa della prevalenza di operazioni ad alto impatto, come l’operazione “Decimabis”.
Un decennio di evoluzione criminale – Il Rapporto, inoltre, ha esaminato le relazioni della DIA degli ultimi dieci anni (2013-2023), mettendo in evidenza una trasformazione della mafia foggiana: da un sistema frammentato e caratterizzato da faide interne, si è evoluta in una struttura organizzata, capace di espandere la propria influenza verso il Molise e l’Abruzzo e di tessere relazioni con altre mafie italiane. L’attenzione della DIA per la mafia foggiana è aumentata in modo significativo, passando da poche righe nelle relazioni del 2013 a dettagliate analisi nelle pubblicazioni più recenti.
Le parole di Ravveduto: “Rompere il silenzio per cambiare la narrazione” – Le conclusioni dell’evento sono state affidate a Marcello Ravveduto, docente di Public History all’Università di Salerno, che ha sottolineato il ruolo fondamentale della conoscenza per combattere la criminalità organizzata: “Per conoscere un fenomeno – ha sottolineato – bisogna prima nominarlo e renderlo visibile. Grazie alla cronaca locale abbiamo ricostruito alleanze, conflitti tra clan, operazioni di polizia e procedimenti giudiziari, offrendo un quadro completo e dettagliato della mafia foggiana. La sfida ora è mantenere alta l’attenzione mediatica e sociale su questi temi, perché solo rompendo il silenzio si può sperare di modificare le dinamiche omertose che alimentano il potere mafioso”.
Ravveduto ha inoltre evidenziato il valore del lavoro condiviso tra accademia e volontariato. “Il nostro Rapporto – ha detto – si inserisce nei progetti di Citizen Science, unendo sapere scientifico e conoscenza del territorio. La sinergia tra accademici e volontari ha dato vita a uno strumento unico, capace di offrire non solo un’analisi, ma anche un modello di partecipazione attiva alla lotta contro la criminalità”.
La giornata si è conclusa con gli interventi del Procuratore aggiunto della Procura di Foggia, Silvio Marco Guarriello e delle rappresentanti di Libera, Federica Bianchi e Daniela Marcone, che hanno ribadito l’importanza di un’azione collettiva per costruire una comunità più giusta e consapevole.
Grazie al primo rapporto dell’Osservatorio Mafia di Foggia, la città dispone oggi di uno strumento prezioso per comprendere e affrontare le dinamiche criminali che la attraversano. Un punto di partenza per nuove strategie di contrasto, fondate su conoscenza, partecipazione e trasparenza.