Martedì 6 Agosto 2024

In ricordo del delfino Filippo ‘‘Ambasciatore del Golfo di Manfredonia’’ 6 agosto 2004 – 6 agosto 2024

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La presenza del delfino Filippo nelle acque antistanti il Golfo di Manfredonia risale all’anno 1997, anche se alcune testimonianze riferiscono che il cetaceo è stato avvistato in data antecedente. Di certo dalla primavera del 1998 ha scelto come abituale dimora il Porto di Manfredonia e il suo mare come zona dove procurarsi il cibo.

Era solito riposarsi a prua delle imbarcazioni della Guardia di Finanza o della Lega Navale Italiana di Manfredonia, con il corpo interamente sommerso, ma con lo sfiatatoio fuori dall’acqua. Era emozionante ascoltare il suono emesso dal suo respiro con una certa frequenza.

‘‘Filippo’’, il cui nome gli è stato amorevolmente attribuito dalla gente del luogo, era un tursiope maschio adulto (Tursiops truncatus), di circa 25 anni, 3 metri di lunghezza. Staccatosi, per cause a noi sconosciute, dal branco di appartenenza, ha preferito la compagnia degli uomini a quella dei suoi conspecifici instaurando un bellissimo rapporto specialmente con i bambini.

Considerato in Italia l’unico caso di delfino ‘‘solitario e socievole’’ (pochi casi analoghi sono stati presenti nel mondo intero), è stato oggetto di studio da parte di ricercatori che hanno indagato sulle sue abitudini e sul suo comportamento.

L’allora presidente della Lega Navale Italiana di Manfredonia, dr. Roberto Murgo, ha costituito un Comitato per la tutela e la salvaguardia del delfino Filippo, nominando il sottoscritto coordinatore per avviare una vasta campagna di sensibilizzazione finalizzata alla conoscenza dell’ambiente marino e dei suoi abitanti e istituire un centro di riferimento usufruibile da tutti gli interessati al caso Filippo.

Il dr. G. Bearzi, presidente dell’Istituto di Ricerca Tethis di Milano, venuto a conoscenza della presenza del delfino nel Golfo di Manfredonia, consapevole che si trattava di una eccezionale opportunità scientifica, ha avviato un rapporto di collaborazione con il Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università di Siena coinvolgendo per la ricerca una studentessa di Biologia dell’Università di Milano, che, nell’ambito di un progetto di tesi, era interessata all’aspetto comportamentale del cetaceo in superficie.

In seguito alcuni docenti del Dipartimento di Medicina Veterinaria di Bari si sono interessati al caso Filippo: il prof. Nicola Zizzo, anatomo-patologo, ha monitorato lo stato di salute del cetaceo e il prof. Angelo Quaranta, docente di Fisiologia ed Endocrinologia Veterinaria, coadiuvato da alcuni collaboratori e da due laureande, ha intrapreso un particolare studio sulle vocalizzazioni emesse da un delfino libero e solitario, come Filippo, in ambiente naturale, in mare aperto e nel porto di Manfredonia.

La ricerca si è conclusa con la discussione di una tesi di laurea in Fisiologia Veterinaria presentata da Clementina Aloé, relatore Prof. A. Quaranta e correlatore Prof.ssa Daniela S. Pace.

La prof.ssa Daniela S. Pace dell’Università degli Studi di Napoli ‘’Federico II’’, etologa, del Dipartimento di Zoologia, ha supervisionato anche uno studio condotto da due laureande del Corso di Laurea in Scienze Biologiche, Iolanda La Ragione e M. Luigia Iadevito riguardante il comportamento alimentare, le modalità interattive di un individuo solitario di Tursiops truncatus nel Golfo di Manfredonia, relatori Proff.ri G. Ciarcia, P. Bianco, correlatore Prof.ssa. Daniela S. Pace.

Ho avuto l’onore e il piacere di assistere alle discussioni delle interessantissime tesi.

In presenza di tantissime persone, ho provato indescrivibili emozioni perché si è parlato del nostro delfino, del nostro mare e della nostra amata Manfredonia.

Interessante e proficua è stata la collaborazione intrapresa dalle due Università di Bari e Napoli.

Nel 2003 la dr.ssa Claudia Gili, responsabile del settore veterinario dell’Acquario di Genova, ha visitato il delfino Filippo constatandone il godimento di un’ottima salute.

Fondamentale è stata la disponibilità e la presenza del Servizio Veterinario Area C ASL FG/2 che ha incaricato un suo dirigente, il dr. Valerio Iarussi e il dr. D. Bisceglie di vigilare e seguire da vicino il tursiope, in collaborazione con il Comitato per la Tutela del delfino Filippo e con il prezioso contributo della Guardia Costiera di Manfredonia.

Numerosi articoli sono stati pubblicati da siti on-line, quotidiani e frequenti i servizi televisivi trasmessi a cura di emittenti locali, provinciali, regionali, nazionali ed internazionali. Tutto ciò ha suscitato curiosità e un vivo interesse nei confronti del cetaceo tanto da richiamare un numero sempre crescente di turisti e ricercatori.

Da ricordare la lodevole iniziativa del Console del Touring Club Italiano, avv. Vincenzo D’Onofrio, che, nel 2000, ha proposto all’Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Foggia di conferire al delfino Filippo il premio ‘’Fenicottero Rosa’’. La cerimonia si è svolta presso le terme di Margherita di Savoia.

Il premio è stato ritirato da un delegato dell’allora Sindaco di Manfredonia.

Il 6 agosto 2004 il delfino Filippo veniva barbaramente ucciso nel tratto di mare tra il porto Alti fondali e il molo di Levante.

La Capitaneria di Porto di Manfredonia ha segnalato il caso alla Procura della Repubblica di Foggia, non potendo escludere l’ipotesi di reato per maltrattamento di animali, per di più di una specie protetta.

Dopo i dovuti accertamenti della Procura della Repubblica, essendo rimasti ignoti gli autori del reato, è stata disposta l’archiviazione del procedimento penale.

Il prof. Nicola Zizzo veniva autorizzato ad eseguire l’esame autoptico con alcuni collaboratori presso l’ex mercato ittico. Questo è riportato nel referto conclusivo: Le lesioni riscontrate sul delfino Filippo che hanno determinato la morte possono essere considerate conseguenti ad una esplosione subacquea.

Successivamente, il Comitato per la tutela del delfino si è adoperato presso le Autorità competenti di mettere in atto tutti i provvedimenti necessari per consentire il trattamento e il recupero del suo apparato scheletrico.

Grazie all’interessamento dell’allora Amministrazione comunale e anche alla sensibilità e disponibilità del prof. Nicola Zizzo, coadiuvato da un suo collaboratore, si è proceduto a fissare le modalità per il trattamento e la conservazione dei resti del cetaceo.

Era per noi doveroso recuperare qualcosa che nel tempo potesse ricordarci la straordinaria presenza di un delfino che ha donato alla nostra città tanta importanza e popolarità. È stata espressa dal Centro Cultura del Mare la decisione di esporre l’apparato scheletrico di Filippo insieme ai tanti cimeli marinari raccolti in più di 40 anni nell’istituendo Museo del mare.

Infatti, l’8 aprile del 2022, è stata inaugurata una mostra di reperti marinari presso i locali ubicati in viale Miramare, destinati al Museo del Mare.

In una sala, in tale occasione, è stata esposta la teca contenente l’apparato scheletrico di Filippo, circondata da foto e informazioni attinenti alla sua vita.

L’iniziativa ha riscosso un notevole successo in ambito sociale e culturale. Circa 8000 visitatori, di cui 1000 alunni appartenenti a Istituti Comprensivi di Manfredonia, e non solo.

Oggi 6 agosto 2024, per questa speciale ricorrenza, a 20 anni dalla scomparsa del delfino, avevamo programmato mostre, convegni, proiezioni di filmati ed altro per non far disperdere nei meandri della memoria la indimenticabile ed emozionante storia di questo cetaceo e per non deludere le aspettative di quanti lo hanno rispettato ed amato. Purtroppo, a causa di lavori di manutenzione straordinaria riguardanti l’intero immobile, i vari reperti marinari e la teca sono stati temporaneamente allocati in altri depositi, per cui, per causa di forza maggiore il Centro di Cultura del Mare è stato costretto a rimandare tali eventi.

L’Associazione e tutti coloro che hanno avuto modo di conoscere la straordinaria e irrepetibile storia del delfino Filippo, in virtù di ciò che ha significato per il nostro territorio, sono convinti che fino ad oggi nessuno è riuscito ad eguagliare la sua popolarità che ha portato in auge la nostra città. Non lo si può dimenticare.

Si auspica che quanto prima esso possa ritornare ad essere visibile per appagare le esigenze dei tanti estimatori che non ancora hanno avuto la gioia di ammirarlo.

La sua storia affascina non solo i bambini e gli adulti ma desta ancora interesse nel mondo della ricerca poiché ‘‘Filippo’’ costituisce una testimonianza di alto valore sia scientifico che storico.

 

Per il Centro Cultura del Mare A.P.S.

Ente del Terzo Settore /AICS

Il presidente  Giovanni Simone

  

 

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