Sul fatto che la vittoria del centrosinistra possa restituire dignità a Manfredonia, come va sbandierando il consigliere regionale sipontino Campo, nutriamo legittimi dubbi. Li nutriamo alla luce del fatto che per diversi lustri la compagine di sinistra al governo della città – di cui è stato a capo anche l’attuale consigliere regionale come sindaco – si è svenduta Manfredonia. Basti pensare, a solo titolo di esempio, all’ospedale, soggetto ad una sistematica azione di smantellamento iniziata con Vendola e proseguita con Emiliano, senza che la sinistra sipontina ed i suoi “capi” fiatassero. Basti volgere il pensiero al fallimentare Contratto d’Area -di cui il citato consigliere regionale è stato Responsabile Unico (Unico!)- che è servito in un primo momento per dare posti di lavoro ad amici e compagni, salvo poi fallire con la fuga degli “imprenditori-prenditori”, e il pianto di molti giovani indebitati con tante rate di mutui da saldare e un lavoro che non c’è più. Ci chiediamo di quale dignità parli il consigliere regionale del PD, e questo senza nemmeno riesumare la nota vicenda dello scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’amministrazione comunale, avvenuta nel 2019.
Certo, si dirà, come è stato anche detto: ma voi, messi alla prova, avete durato solo due anni. E di qui la narrazione fantasiosa ed interessata di qualcuno che vorrebbe tale scioglimento attribuirsi ad un “patto scellerato” tra Forza Italia e la sinistra. Nulla di più falso! È vero, invece, che chi andò a sostituire quella sinistra al Comune nel 2021 nel segno del cambiamento, fece, egli sì, vincere prima la sinistra alla Provincia spaccando volutamente (ed irresponsabilmente) il centrodestra, per poi dare vita ad un governo della cosa pubblica mai partecipato, sottraendosi ad ogni legittima e doverosa richiesta di chiarimenti su iniziative, atti, scelte. “L’Ètat, c’est moi” (“Lo Stato sono io”) diceva Luigi XIV di Francia, e come lui, l’ex sindaco diceva di essere lui, e solo lui, il Comune. Una sorta di unico azionista di azienda.
Crediamo valga la pena di ricordare a tutti gli smemorati di questi giorni che quella amministrazione, al cui successo contribuì in modo decisivo Forza Italia, si sciolse sì per le dimissioni di ben 13 consiglieri comunali, ma il tredicesimo consigliere era una donna non eletta in Forza Italia, bensì in una lista civica di quel sindaco (lista “Io voto Gianni”). Allo stesso modo va ricordato agli immemori che Forza Italia, preso atto del governo non brillante della cosa pubblica, ebbe il coraggio e l’onestà intellettuale di passare formalmente alla opposizione, dopo avere prima, ed invano, invocato una verifica politica che però veniva negata da quel sindaco, che ormai galleggiava, dimenandosi in maldestri tentativi di sopravvivenza, tra gaffes, figuracce e bugie, piuttosto che avere la dignità di dimettersi, evitando a se stesso l’umiliazione della sfiducia. Questa è la Verità che qualcuno tenta subdolamente di artefare per ingannare il popolo e attribuire ad altri le responsabilità di un fallimento di cui dovrebbe chiedere scusa a chi gli aveva dato fiducia. E tutto ciò al netto -per cultura garantista che ha sempre contraddistinto Forza Italia- delle ultime vicende giudiziarie che hanno coinvolto chi ben farebbe a tacere, anziché continuare a raccontare frottole e menzogne.
Le ultime elezioni hanno decretato il nuovo sindaco e la nuova maggioranza e attribuito a noi il compito, fondamentale in una democrazia, di fare opposizione, che sarà rigorosa, attenta, ma anche costruttiva, consapevoli, come siamo, che Manfredonia chiede risposte urgenti ai suoi tanti bisogni, e che la dignità, quella di cui parla il consigliere regionale del PD, è stata violentata per decenni e va restituita ai cittadini.
Cominciamo da qui. Il tempo sarà galantuomo.
Il Circolo di Forza Italia – Manfredonia