Dopo il fallimento della politica si aspetta il Commissariamento
Si attendeva una nuova amministrazione comunale regolarmente e democraticamente eletta e invece si è in procinto dell’arrivo di un nuovo commissariamento. La sintesi perfetta dell’ormai conclamata incapacità della collettività di Manfredonia di saper badare ai propri interessi, quelli ovviamente della città con tutti i cittadini, le aspirazioni, le legittime attese, le aspirazioni di sviluppo e via di questo passo.
Siamo invece alle prese con una indecorosa, avvilente commedia nella quale la malapolitica, la criminalità, la giustizia hanno conquistato la scena e si contendono il primato. Una follia collettiva orchestrata da pochi, che non è prevedibile dove condurrà una città, un territorio dalle grandi ed edificanti prospettive ridotta ad una consorteria alla ricerca affannosa di conquiste di sottobanco che hanno prodotto una serie di misure restrittive destinate a personaggi che si sono pavoneggiati sulla ribalta cittadina ciascuno intento a coltivarsi il proprio orticello. Estorsione, concussione, corruzione, falso, peculato, minacce, violenza privata, lesioni personali: sono questi i gravi reati sui quali la Magistratura sta indagando.
Naturalmente occorrerà attendere la conclusione della non agevole attività dei Magistrati per vedere quello che rimarrà di tanta retata, ma il solo fatto che siano stati enucleati quei reati attribuiti, secondo le carte giudiziarie, a politici, imprenditori, gestori di esercizi pubblici, dipendenti di aziende municipalizzate, c’è davvero da rimanere confusi e turbati. E angosciati. Le preoccupazioni per il futuro della città che è già oggi, si perdono nel vuoto assoluto.
Per mesi si è assistito al torbido balletto dei cosiddetti “schieramenti”, o “raggruppamenti”, o “coalizioni” di soggetti che si auto-qualificavano “politici”, alla ricerca di un qualche spunto per imbastire una parvenza di proposta per dare un governo decente alla città. Niente. Nessun risultato concreto e considerabile. Una somma di parole, intenzioni, avance il cui risultato è stato invariabilmente uguale a zero. Tutto si è infranto contro l’invalicabile muro di interessi inconfessati ma abilmente mascherati, che forse neanche la più spinta fantasia è in grado di immaginare. Neppure qualche sprovveduto “solista” d’altri tempi, riesce ad incantare.
La realtà è quella che ben si evidenzia: resa su tutti i fronti. La città consegnata nuovamente al Commissariamento. Che è il male minore in un ginepraio di ambiguità, intrighi, prevaricazioni. I nuovi Commissari (se arriveranno) assieme alla Magistratura dovranno lavorare sodo per il “lavaggio” dei misfatti appurati e incidere a fondo sulle false apparenze per eliminare le incrostazioni che agiscono dietro le quinte, nostalgici di tempi nefasti andati che si vorrebbero in qualche modo ripristinare ma che ammoniscono decisamente a guardare e agire oltre.
Da tutta questa vicenda fin troppo lunga e perniciosa che si protrae da qualche quinquennio, affiora la vibrante speranza del popolo genuino sipontino, che sia ripristinato l’ordine, la legalità, la democrazia, presupposti essenziali per una città onestamente vivibile.
Michele Apollonio