SE A SINISTRA si piange, a destra non si ride. Nel mezzo la città, Manfredonia, sempre più sofferente per una situazione politica-amministrativa che non accenna a trovare la via d’uscita. A giugno, l’8 e il 9, si apriranno le urne nelle quali gli elettori dovranno deporre le schede sulle quali segnare i nomi dei candidati preposti a governare una città oggettivamente in serie difficoltà così come lasciata dalle ultime amministrazioni regolarmente elette a Palazzo San Domenico, ma entrambe dismesse prima del termine per gravi motivi, diversi ma ugualmente inquietanti. Nominativi che al momento non ci sono. E se per il nome destinato al massimo scranno amministrativo comunale, si surra a bassa voce qualche indicazione tutta da appurare, delle liste dei consiglieri che dovranno rappresentare il popolo sovrano, non c’è neanche l’ombra. Liste che vanno presentate alla Commissione elettorale, un mese prima delle consultazioni.
TUTTO si tace… Un silenzio sommesso, angosciante che neanche il carnevale riesce ad alleviare. Dopo la dipartita di Zè Peppe Carnevale, rimarranno un paio di mesi per decidere il da farsi. E non è una buona premessa, al contrario desta maggiori apprensioni per quello che dovrà decidersi. La gente osserva e aspetta le mosse che i vari schieramenti in qualche modo annunciati, dovranno rendere di pubblico dominio quanto prima possibile. Le considerazioni che dalla realtà contingente emergono, evidenziano da una parte, quella dei partiti e dei movimenti, una impreparazione a fare fronte ad una situazione per quanto complicata, con proposte circostanziate, definite e realiste; dall’altra i cittadini che rimangono diffidenti e guardinghi, ai margini di un contesto nebuloso e imprevedibile. In sintesi una comunità che non ha stelle di orientamento, ha perso quello zoccolo duro di elettorato orientato, che sappia confrontarsi con le sfide che avanzano.
MA IL TEMPO stringe e necessita arrivare al dunque, a connotare nomi, propositi, metodi. È quanto mai allarmante quanto riferito dalle retrovie del raggruppamento orientato a destra dove Forza Italia e FdI sono alle prese con una complicata ricostruzione. «Ci siamo rivolti invitandoli a scendere in campo, a diversi cittadini in vista o meno: ma abbiamo ricevuto un netto rifiuto». Recentemente è circolato il nome di Andrea Prencipe, rettore dell’Università Luiss di Roma, di origini manfredoniane. Un nome indubbiamente di prestigio, uno studioso impegnato. Ma c’è chi si chiede se sia il profilo adatto per la situazione che espone Manfredonia. Già, il problema di fondo è anche questo: non occorre un nome qualsiasi pur prestigioso in determinati settori, ma una persona – uomo o donna – che abbia certe caratteristiche compatibili con le emergenze nelle quali si dibatte Manfredonia. E dunque: un politico o un laico? Un personaggio di esperienza o un giovane? Giovane con quale esperienza?
QUEL che è certo non ci vogliono improvvisatori in cerca di vanagloria, che in qualche modo pure navigano ai margini del sistema politico. Qualcuno avanza l’idea di ricorrere alla Intelligenza artificiale per abbozzare un identikit del possibile prossimo sindaco di Manfredonia.
Michele Apollonio