Va in scena l’atto finale di un conflitto politico che ha inizio da molto lontano, sullo sfondo una Città senza futuro. All’interno del suo Bunker, circondato da soldati volontari ed altri arruolati da mercenari, l’ex Sindaco di Manfredonia utilizza per l’ultima volta il proprio ruolo istituzionale per muovere gli ultimi attacchi, sospinto soltanto da un forte spirito di vendetta e profonda ignoranza politica. Uccidendo definitivamente il ricordo di una falsa speranza raccontata nella sua campagna elettorale: “E’ tempo di …. andare a casa !”
E non lo fa con la dignità e l’onore di chi accetta la sconfitta e la resa.
Si levano fiumi di parole, insinuazioni, calunnie, scorrettezze condite da una incoerenza plateale. Un cecchino pronto a colpire su ogni cosa che si muove. Ci si spinge oltre ogni limite, mai così oltre, sconfinando anche in argomenti della sfera personale.
E in questo teatro di guerra dalle colorature farsesche, dove non ci sono più trincee e barricate le uniche vittime sono i Cittadini. Una platea esausta che ha perso definitivamente ogni ragione di prospettiva futura. Un rumore che non ha prodotto niente, solo grande confusione se non nei mesi della speranza e del lavoro di pochi, le uniche personalità in grado di operare poi progressivamente allontanati. Una costante distrazione dai grossi e reali problemi mai risolti.
Si, perché il metodo utilizzato in questi mesi è stato quello delle chiacchiere e delle grosse balle. L’incapacità alcune volte diventa un valore. Il principale luogo del discorso politico istituzionale si consuma di gran lunga su i media, eludendo le aule sacre proposte. Un clima di irresponsabilità che ha lasciato Manfredonia in una paralisi governativa imbarazzante.
Si ricomincia da capo, con un orologio temporale fermo al 2021. Quello che è necessario in questa fase, in parte straordinaria, saper cogliere ogni occasione, percorrere ogni soluzione, coinvolgendo le migliori e le più sane “energie” esistenti nella nostra comunità.
Campo largo, Campo giusto, Campo dell’ammucchiata?
L’unica vera possibilità è di spazzare via questo sistema malato e profondamente amorale. Si può parlare meno e con il linguaggio della concretezza, avendo una visione chiara del Paese attraverso scelte condivise.
Qualunque ricetta confezionata dall’alto passata come magica sarà destinata a fallire, se manca la fiducia reciproca e la condivisione delle idee. Siamo un Paese ormai sempre più piccolo e sempre più arrabbiato, con una disaffezione, numeri alla mano, alla politica davvero preoccupante. Una frattura estesa tra la politica del governare e i cittadini che si sentono spossessati del loro destino.
Ma non per questo nessuno dovrà sentirsi legittimato a metter in vendita la nostra Città per accordi che sono giunti dall’alto.
Il Commissario Cittadino Azione Manfredonia Gaetano Brigida