LA CRISI del governo del sindaco Gianni Rotice pare abbia imboccato la strada dell’epilogo. Un epilogo inglorioso. Quasi una resa incondizionata. Inequivocabile pare il messaggio inviato ai consiglieri comunali: «Egregi, stante l’attuale situazione politico-amministrativa del Comune di Manfredonia con l’obiettivo di poter definire un possibile percorso condiviso e programmatico di azioni per la città, invito le SV ad un incontro consultivo da tenersi in data 18 settembre pv alle ore presso il Comune di Manfredonia. In attesa di un Vs cortese conferma, da far pervenire rispondendo ala presente, porgo cordiali saluti. Ing. Gianni Rotice».
UN MESSAGGIO che all’analisi delle forze politiche ma non solo, pare un estremo grido di disperazione. Un estremo tentativo di recuperare un rapporto con l’opposizione che ha sempre snobbato (ricorda il quadretto presentato in consiglio), rifiutando ogni pur utile apporto alla conduzione amministrativa. Ora pare ci abbia ripensato. Ma fuori tempo massimo a tener contro delle risposte già espresse dai destinatari del messaggio di netto rifiuto a partecipare all’incontro consultivo «per definire un possibile percorso condiviso e programmatico».
«ORA che la pignatta s’è rotta e sono uscite fuori tante magagne e intrighi?» è stato uno dei coloriti commenti. Ma al di là delle battute, tante e sarcastiche oltre che preoccupate, il tentativo balzano di accalappiare qualche consigliere da introdurre nella sua sgangherata squadra di maggioranza, operazione fin qui fallita, il messaggio di approccio di Rotice è nella realtà una chiara dichiarazione di incapacità a governare, di non avere una qualche idea e programmazione da seguire, tant’è che chiede aiuto ai consiglieri di opposizione. Oggi, a quasi due anni – si obietta – di “regno” egemone, sordo ad ogni buon consiglio, qualsiasi sollecitazione. E il “governo del fare” tanto strombazzato al punto da convincere il 25% dell’elettorato che lo ha votato, dove è finito?
UN DISCORSO che nasconde mille insidie e che in tutti i casi è mirato solo a tenere in piedi la baracca per non si sa quanti giorni giusto per affossare ancor di più la disastrosa situazione. «La ringraziamo per l’invito» hanno risposto l’avvocato Matteo Ognissanti e Maria Teresa Valente, presidente e consigliera comunale di “Con”. «Dobbiamo declinare la Sua proposta di incontro. La decisione è il risultato di profonde divergenze politiche e di netta incompatibilità tra la nostra visione politica e l’attuale amministrazione comunale».
RIFIUTO netto anche da parte della consigliera comunale di “Manfredonia Nuova”, Giulia Fresca, sulla quale erano state messe in giro false voci equivoche. «Riteniamo oltremodo irricevibile per la forma, per la sostanza e soprattutto per la mancanza di un portato istituzionale che dovrebbe contraddistinguere ogni azione politica, figlia del Rispetto delle Leggi e di ogni Rappresentante il voto cittadino. Tali azioni non sono ascrivibili – stigmatizza – ad alcun momento della vita amministrativa della città di Manfredonia a decorrere dal 21 dicembre 2021 e fino ad oggi, nonostante le forze di minoranza abbiano offerto sempre spunti di ragionevolezza e di indirizzo verso la Politica giusta. E’ prevalso altro. “MN” rispetta in maniera rigorosa il patto con i propri elettori di ferma opposizione all’amministrazione Rotice. Non si intravvedono né possibili percorsi condivisi, né azioni programmatiche comunali».
L’OPPOSIZIONE rafforzata da Forza Italia ha anche predisposto una mozione di sfiducia del sindaco Rotice.
Michele Apollonio