Nel quadro delle speranze alimentate dall’annuncio dell’Agenzia della Casa a Manfredonia, è mio dovere evidenziare una serie di riflessioni che ho sollevato durante l’approvazione della proposta in Consiglio comunale. Mi preme ribadire fin da subito che la mia intenzione non è quella di ostacolare gli sforzi in favore delle famiglie in difficoltà. Infatti, in qualità di Consigliera di CON Manfredonia, ho espresso un voto favorevole alla proposta. Tuttavia, ritengo sia fondamentale che non si generino aspettative ingannevoli.
L’Agenzia della Casa appare più come un tentativo di nascondere le carenze dell’amministrazione sotto uno slogan accattivante che un modo concreto per affrontare l’emergenza abitativa. Tanti, infatti, sono i manfredoniani che continuano a sognare un tetto sicuro, mentre la graduatoria per l’assegnazione di case popolari è in scadenza e persiste il problema più volte segnalato di alloggi occupati abusivamente.
Con questo nuovo strumento, l’Amministrazione pubblicizza la mediazione del Comune tra i proprietari delle case e gli inquilini in difficoltà. In realtà questa stessa strategia è già stata impiegata dai Servizi Sociali di Manfredonia oltre due decenni fa, ma purtroppo con scarsi risultati. Sorprende quindi che l’attuale Giunta rilanci l’idea sotto il nome di Agenzia della Casa, salvo poi scoprire che questo sforzo non è nemmeno frutto di questa Amministrazione, ma della Commissione Straordinaria che ha vincolato nel 2020 dei fondi ad hoc.
Per non parlare del fatto che l’annuncio che Manfredonia sarebbe stata la seconda città in Puglia, dopo Bari, ad istituire l’Agenzia della Casa, ha generato un entusiasmo incomprensibile da parte dell’Assessore Grazia Pennella e dei Consiglieri di maggioranza. A Bari, nonostante finanziamenti PON e un iter che dura da quasi dieci anni, l’Agenzia della Casa ad oggi non è ancora operativa!
Personalmente, ho intrattenuto conversazioni con esponenti di Bari ed ho appreso che per l’emergenza abitativa sono state avviate in questi anni numerose iniziative tra cui, ad esempio, la creazione di una Commissione Comunale per l’Emergenza Abitativa, senza costi aggiuntivi per le casse comunali. Un’idea che avrebbe potuto essere adottata anche a Manfredonia.
Ed è proprio riguardo ai costi che è paradossale notare che sono stati preventivati ben 70mila euro per il personale che lavorerà all’Agenzia della Casa e soltanto 90mila euro per fronteggiare l’emergenza abitativa. Ciò solleva interrogativi sulla reale volontà di affrontare il problema in modo efficace.
Riguardo all’utilizzo dell’indennità del sindaco per l’emergenza abitativa, nonostante il mio apprezzamento per il generoso gesto all’inizio del suo mandato, è importante comprendere che per legge le somme risparmiate diventano parte integrante del bilancio comunale, senza possibilità di ulteriori scelte a riguardo. Quindi, sbandierare continuamente l’uso dell’indennità per le varie emergenze, sembra più una strategia elettorale che una manifestazione di volontà concreta a risolvere le problematiche.
Infine, al termine del medesimo intervento ho richiamato l’attenzione sull’apparente incoerenza nell’affrontare le questioni di incompatibilità. Sebbene, come riferito in aula dalla Presidente del Consiglio, siano state avviate verifiche sulla presunta incompatibilità di un Consigliere comunale, nulla è stato comunicato in merito alla presunta incompatibilità ed al conflitto d’interessi del Sindaco Gianni Rotice, emersi in relazione alla villa a Siponto ed oggetto di richiesta di intervento da parte del Prefetto nei confronti del Consiglio comunale competente. Questo silenzio non può che gettare ombre sulla gestione di questa amministrazione.
Maria Teresa Valente
Capogruppo Consiliare CON Manfredonia
