Le pale eoliche offshore rappresentano una minaccia silenziosa che si avvicina inesorabilmente al Golfo di Manfredonia e l’inerzia politica rischia di precipitare la città in un abisso dalle conseguenze potenzialmente catastrofiche. Nel Consiglio comunale dell’11 luglio ho presentato un’interrogazione a riguardo perché sono seriamente preoccupata. Attualmente, ci sono due parchi eolici offshore in fase di autorizzazione al largo del Gargano, per un totale di 215 pale eoliche. Uno di questi sarà posizionato proprio nel Golfo, a circa 15 chilometri dalla costa, con ben 68 turbine. Tuttavia, mentre il resto del mondo si preoccupa sempre di più dell’impatto ambientale delle energie rinnovabili, l’amministrazione di Manfredonia sembra non prestare alcuna attenzione al problema.
Nel 2014, dopo aver valutato i primi progetti di parchi eolici offshore, Manfredonia e diversi altri comuni costieri si opposero fermamente. Le preoccupazioni riguardavano l’impatto ambientale, l’alterazione del paesaggio, la tutela delle attività di pesca e la possibile interferenza con il turismo. Queste posizioni di dissenso furono chiaramente espresse attraverso un documento firmato congiuntamente dai sindaci dei comuni da Vieste a Barletta, con Manfredonia come capofila. Grazie a tali sforzi, si riuscì a bloccare l’installazione dei parchi eolici.
Un’attenta analisi, descritta nel documento, dimostrò che l’installazione di parchi eolici offshore avrebbe comportato benefici economici e occupazionali irrisori rispetto alle problematiche. Inoltre, riguardo al Golfo di Manfredonia, il suo delicato ecosistema marino, già danneggiato dalla presenza dell’industria chimica per vent’anni, non potrebbe sopportare ulteriori carichi invasivi tipici delle strutture che si vorrebbero installare e che, dopo un ciclo di vita di meno di trent’anni, non si sa nemmeno come andrebbero rimosse e smaltite.
Oggi, quelle stesse pale che erano state respinte con forza fino al 2018, stanno per invadere il nostro mare. Le conseguenze di questa inerzia politica potrebbero essere devastanti per la città. Immaginate un futuro in cui 68 enormi pale eoliche si ergono maestose di fronte a Manfredonia, interrompendo il paesaggio e compromettendo la navigazione. Altre 174 pale eoliche, inoltre, sorgeranno poco distanti in direzione Vieste, rendendo il mare un vero e proprio labirinto. Anche Ugo Patroni Griffi, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, ha recentemente espresso forti perplessità riguardo a questa situazione. Considerando che il porto industriale riceverà un finanziamento di ben 121 milioni per il suo ammodernamento, a cosa servirà se le navi non potranno raggiungerlo? E come potranno i pescatori praticare la loro attività in mezzo a questa giungla di pale rotanti?
Ed è proprio la pesca, uno dei settori trainanti per Manfredonia, a destare particolare preoccupazione. Essendo già in crisi, l’installazione delle pale eoliche offshore potrebbe infliggere un colpo mortale a questa importante attività economica. Gli effetti sul ciclo dei nutrienti, sul trasporto dei sedimenti e sulla vita marina saranno incalcolabili, e le specie ittiche potrebbero allontanarsi dalle zone interessate.
È inaccettabile che l’amministrazione di Manfredonia non si sia espressa in modo chiaro e deciso su questa questione. I cittadini hanno il diritto di sapere quale futuro li attende e di essere protetti dagli impatti negativi che queste pale eoliche potrebbero comportare. Lasciare che i parchi offshore invadano il nostro mare per meri interessi di privati senza una pianificazione o una valutazione adeguata significa abbandonare la nostra identità costiera e sacrificarla sull’altare dell’energia rinnovabile a tutti i costi.
L’Unione Europea stessa ha bocciato l’idea di impianti eolici offshore su vasta scala, reputandoli poco convenienti dal punto di vista energetico e mettendo in guardia gli Stati membri sui possibili danni a lungo termine che potrebbero arrecare all’ecosistema marino. Nell’ultima relazione prodotta, si parla di impatto negativo sulle specie ittiche, sugli impianti di acquacoltura e sulla pesca stessa. Tuttavia, sembra che l’amministrazione sia girata dall’altra parte, non essendosi pronunciata politicamente sulla questione.
Ciò che sorprende è la totale assenza di una risposta adeguata da parte del Sindaco di Manfredonia. Questo silenzio assordante lascia sconcertati e suscita dubbi sulla sua volontà di difendere gli interessi e il benessere della comunità.
Maria Teresa Valente
Capogruppo Consiliare CON Manfredonia