«UN appello alla città di Manfredonia, ai cittadini, ai professionisti, alle associazioni culturali, alla politica: ci occorre aiuto per supportare il lavoro di scavo nel parco archeologico di Siponto, aiuto logistico oltre che morale, per condurre insieme una ricerca per la conoscenza e la valorizzazione dell’antica Siponto». Lo ha lanciato un preoccupato Giuliano Volpe, archeologo dell’Università di Bari, Giuliano Volpe, da anni impegnato nelle ricerche di scavo al parco archeologico di Siponto, a margine del convegno tenuto all’auditorium “Serricchio” di Manfredonia, nell’ambito delle Giornate europee dell’archeologia, in collaborazione tra le Università di Foggia e Bari, la Direzione regionale musei Puglia, il comune di Manfredonia. «Una importante sinergia per attivare una serie di iniziative finalizzate alla valorizzazione dei notevoli riscontri del lavoro di scavo a Siponto» ha annotato Anita Guarnieri, soprintendete archeologica delle province di Foggia e BAT.
A TRACCIARE un excursus degli scavi condotti nell’area di Siponto, dopo il saluto del sindaco Rotice, gli archeologi dell’Università di Foggia Roberto Goffredo, Maria Turchiano, il direttore del Parco archeologico di Siponto Francesco Longobardi e naturalmente il coordinatore Giuliano Volpe. La prossima campagna di scavo inizierà a settembre prossimo e focalizzerà i tre settori della città riportati alla luce: marittimo, cittadino e anfiteatro. Attualmente e fino a fine mese, opera una equipe canadese dell’Università di Montreal.
«LE SCOPERTE rilevate nella passata campagna di scavo – ha confermato Volpe – hanno suscitato grande interesse e non solo da parte degli studiosi. Purtroppo le ricerche non hanno una ordinata programmazione. È tutto onere delle Università che fanno del loro meglio. Ma non basta. L’attività di scavo è complessa e richiede l’impiego di figure ausiliarie e attrezzature specialistiche. Non possiamo permetterci di assumere operai e imprese edili. Manca una programmazione a lungo termine con il coinvolgimento delle espressioni rappresentative di Manfredonia che ha (dovrebbe avere) tutto l’interesse a riportare alla luce la città da cui proviene. È un interesse culturale, ma anche economico per i sostanziali ritorni che l’archeologia assicura». Anche in questo settore mancano investimenti strutturali della città.
DI QUI l’appello accorato per un sostanziale interessamento della città di Manfredonia a partecipare sostanzialmente al lavoro di ripristino dei resti della città abbandonata dai sipontini a causa di terremoti e pestilenze. A parte il «sostegno preziosissimo dell’arcidiocesi di Manfredonia che ci ha messo a disposizione le sue strutture a cominciare dalla Casa della carità», dalla città, dalle sue rappresentanze socio-culturali-economiche assenza completa. «Il nostro maggior problema – esplicita Volpe – è quello della sistemazione del personale: abbiamo bisogno di alloggi per ospitare chi viene per lavorare negli scavi. Stiamo dicendo di “no” a tanti studenti che ci fanno richiesta di partecipare ai nostri scavi. Sono studenti delle nostre Università ma anche di quelle estere. È tempo di pensare e attuare, mondo accademico e città di Manfredonia, un nuovo progetto di gestione del patrimonio dei servizi essenziali per portare avanti un discorso ricco di promesse concrete. Altrimenti – esplicita con rammarico – dovremmo anche valutare se continuare il progetto avviato».
Michele Apollonio