Domenica 22 Dicembre 2024

Oro rosso: Legalità, equità sociale e consumo responsabile

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L’anno scorso la Coldiretti e i partner coinvolti nella produzione del pomodoro pugliese realizzarono il disciplinare della “DOP Pomodoro di Puglia” per la valorizzazione del pomodoro ed il rilancio dell’economia foggiana, con il 40% del pomodoro italiano proveniente proprio dalla Capitanata che da sola produce il 90% del pomodoro lungo. La DOP è un importante strumento di garanzia del valore del prodotto dato dall’etichetta UE affinché venga riconosciuto il giusto prezzo, salvaguardando i produttori ed i consumatori. Il settore primario, per la Capitanata, rappresenta un importante traino per lo sviluppo economico. Spesso, però, si associano all’agricoltura le parole sfruttamento, caporalato, sommerso, negazione dei diritti. Nel tempo a causa dei decessi di lavoratori non solo extracomunitari si è giunti alla definizione della legge contro il caporalato la 199/2016. Ciò ha consentito ai lavoratori di poter denunciare alle autorità le pessime condizioni in cui erano costretti a lavorare dietro un esiguo compenso. Tutto ciò è stato esposto durante l’incontro “Consumo Responsabile”, promosso dall’Arcidiocesi di Manfredonia nell’ambito del progetto pastorale “Le Comunità che generano valore”. La conferenza si è tenuta il 28 febbraio scorso presso la sala Zaccheo della Parrocchia Sacra Famiglia a Manfredonia. La testimonianza di Magda Jarczak ha emozionato il numeroso pubblico presente, raccontando quando 20 anni fa lei con un gruppo di connazionali polacchi lavorarono nelle campagne della Capitanata. Nel tempo si persero le tracce di quei lavoratori poi scomparsi. Magda invece rimase, lottando contro quello sfruttamento. Oggi è una sindacalista e lavora a stretto contatto con il Terzo settore, le associazioni e le cooperative che s’impegnano per la salvaguardia della legalità.

Una di queste è “Pietra di scarto”. E’ presente al dibattito il presidente della cooperativa sociale Pietro Fragasso che racconta il progetto. “Esso nasce nel 1996, nel territorio martoriato dalla mafia cerignolana. Un gruppo di uomini e donne hanno dato vita ad un bene confiscato alla mafia, facendolo rinascere dalle ceneri come la fenice. Si è partiti dal disagio di quanti vengono sfruttati nelle campagne e nella società, considerati ultimi. Abbiamo trasformato il dolore e quel disagio in una grande forza, abbattendo lo stigma e le regole della società perbenista che li relega ai margini. Oggi la nostra cooperativa commercializza i prodotti equo solidali, frutto del lavoro della terra, rispettando il ciclo biologico e i “diritti” dei lavoratori. Se siete curiosi visitate il nostro sito pietradiscarto.it e potete sostenerci indicando il nostro cod fisc 02175980719 nella donazione del 5per mille della dichiarazione dei redditi”.  A Cerignola, come in altre realtà produttive della Capitanata, grazie alle nuove generazioni di agricoltori è accresciuta la voglia di riscatto di questo settore tanto criticato. “Grazie alla Rete di cooperative sociali, afferma Domenico La Marca del Centro interculturale Baobab di Foggia, è cambiato il paradigma, per questo l’agricoltura sociale, la produzione di olive “Bella di Cerignola”, di pomodori e di grano, costituiscono la rinascita e l’affermazione della propria identità”.  Auspichiamo che lo sviluppo socio-economico della Capitanata possa rinvigorirsi di tante cooperative sociali come le succitate che coniugano identità/produzione/diritti con legalità ed equità sociale.

Grazia Amoruso

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