Fare il giornalista a Manfredonia non è un lavoro esaltante. Le beghe della politica sono sempre le stesse e, per fortuna, la cronaca nera si limita a sporadici episodi. Al contrario, però, è molto soddisfacente andare in giro a scovare storie di personaggi e di luoghi di cui la nostra città è ricchissima. Tra i tanti ricercatori e raccoglitori di queste storie dobbiamo annoverare anche Maria Teresa Valente, giornalista pubblicista da tanti anni con alle spalle una lunga esperienza di collaboratrice e direttrice di varie testate cartacee e online. Purtroppo, la stampa, sia quella su carta che sul web, è cosa effimera. Si legge l’articolo, si apprezza, per poi farlo finire nel dimenticatoio. Proprio per questa ragione e per non perdere il patrimonio di storie raccolte nel corso della sua attività, Maria Teresa Valente ha pensato bene di raccogliere i suoi articoli più significativi e legati alla nostra storia in un agile volumetto corredato anche da foto. Qui troviamo storie che davvero in pochi conoscono, come la storia della Madonna bambina della chiesa di Santa Chiara che apre il volume, la cui miracolosa effige è ormai scomparsa non solo materialmente ma ormai anche dai ricordi dei manfredoniani. Maria Teresa spazia quindi nel raccontare storie antichissime come quella legata al terremoto che colpì Siponto nel momento in cui morì Cristo, passando per il nostro Re Manfredi e la sua storia d’amore con Elena degli Angeli, quindi l’assedio dei turchi, fino a giungere ai giorni nostri raccontando di personaggi attuali come il grande Gigetto Prato e la sua grande passione per il Carnevale e la storia del poliedrico Lorenzo Mione, recentemente scomparso, a cui sono legati i ricordi della produzione di bibite della “San Lorenzo”, il cinema all’aperto anch’esso dedicato al nostro santo patrono, nonché i primi grandi supermercati. Insomma, un compendio della storia della nostra città visto con gli occhi curiosi e attenti di una giornalista a caccia di storie. Un patrimonio che va conservato e fatto leggere alle giovani generazioni figlie della tecnologia e delle notizie lette in maniera fugace e distratta, perché imparino a guardarsi intorno e a ritrovare la nostra storia anche nei muri e nei palazzi che ci circondano.
Mariantonietta Di Sabato