IL SUCCESSO di pubblico registrato nei due presidi archeologici di punta dell’area Siponto-Manfredonia, vale a dire Museo archeologico nazionale castello di Manfredonia e Parco archeologico di Siponto, sono il frutto degli investimenti del Ministero dei beni e le attività culturali e del lavoro della Direzione regionale Musei e degli addetti alle strutture. Lo attestano all’unisono la direttrice del Museo di Manfredonia, Annalisa Treglia, e il direttore del Parco di Siponto Francesco Longobardi che non nascondono la soddisfazione per i risultati che si vanno acquisendo e che preconizzano i successivi passi.
AD INVOGLIARE la gente, residenti e turisti, a concedersi una visita in quei due presidi della cultura andatasi dipanando lungo le rive del golfo adriatico, indubbiamente la disposizione del Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, dell’ingresso libero nel primo dell’anno, ma poi sono stati i contenuti espositivi nel Museo e le attrazioni archeologiche nel Parco, a conquistare i visitatori. Al termine della giornata complessivamente 743.
Oltre alle varie sale espositive che raccolgono le testimonianze più importanti della Preistoria e Protostoria della Puglia settentrionale fra cui la più ricca e famosa collezione di “stele daunie” del mondo, unica nel suo genere per la conoscenza artistica della civiltà daunia, il Museo nazionale archeologico beneficia dell’ospitalità di una straordinaria sede, essa stessa un reperto archeologico di grande attrazione quale è il castello angioino-aragonese che diede inizio, per mano di re Manfredi di Svevia (1232-1266), alla città di Manfredonia.
PER TANTI ASPETTI il Museo-castello di Manfredonia è la vetrina del Parco archeologico di Siponto, che custodisce la gran parte dell’antico e opulento centro romano e delle successive civiltà che vi hanno abitato. Uno scrigno di tesori archeologici in gran parte da sottrarre alla morsa pur conservatrice del tempo. Le ultime campagne di scavo hanno confermato le ottimistiche previsioni di ritrovamenti avanzate dagli archeologi impegnati nelle ricerche provenienti dalle Università di Bari e Foggia ma anche dall’estero, dal Canada.
IL PARCO archeologico di Siponto si propone peraltro come un laboratorio sperimentale per coniugare passato e presente con qualche pretesa sul futuro. A dare concretezza ad una idea indubbiamente audace ma indiscutibilmente seducente, una struttura immaginaria tanto ardita quanto avvincente dovuta all’estro artistico di Edoardo Tresoldi il quale seguendo le tracce della cattedrale paleocristiana esumata dagli scavi, vi ha costruito con una rete metallica, quella che probabilmente era la struttura architettonica di quella chiesa. Una sperimentazione, una creazione che ha richiamato l’interesse di migliaia di visitatori che non ha per nulla esaurito la sua forza attrattiva.
IL PARCO DI SIPONTO, ovvero un cantiere archeologico in progress. A parte gli scavi che riprenderanno in estate, il direttore Longobardi ha avviato due progetti finalizzati a migliorare e potenziare la visita al Parco, introducono la digitalizzazione di diversi servizi (Wi-FI, l’audio nella basilica) e in collaborazione con la scuola e una società specializzata, la realizzazione di una audioguida animata destinata ai ragazzi.
Michele Apollonio