AVREBBE dovuto essere il momento della verità sulla nebulosa e intricata storia del “Titanic di Manfredonia” e delle “Luci del Golfo” allestiti per la kermesse natalizia in chiave turistica. L’appuntamento dell’associazione “Io sono partita Iva”, organizzatrice dell’evento, fissato per la sera di lunedì scorso è saltato “a seguito di sopraggiunte ed improvvise impossibilità tecnico/logistiche”, giustifica il comunicato emesso che rimanda “a nuova data”. Non è dato indovinare quali sarebbero state le «rivelazioni clamorose» promesse e se avrebbero cambiato le carte così come disposte in tavola e dunque le sorti di uno spettacolo sfavillante organizzato di tutto punto con prospettive turistiche da numeri esorbitanti.
LA STORIA è ormai ben nota. Non sono note le ragioni che hanno tramutato una fiaba natalizia in un giallo cupo. E quelle annunciate (o minacciate) «rivelazioni clamorose» poi abortite, hanno attivato nell’immaginario collettivo scenari niente affatto lontani da una realtà cittadina intrisa di misteri e opacità che richiamano fondamentali presidi quali la trasparenza e la legalità. A determinare quello che è il conclamato conflitto tra “Io sono partita Iva” e le autorità preposte alla gestione del territorio, la mancanza delle previste autorizzazioni per competenza, di Soprintendenza ai beni culturali, Autorità di sistema portuale, Capitaneria di porto, Direzione delle dogane. Non è detto se non sono state richieste o se non sono state rilasciate. “Io sono partita Iva” affermano di esserne in possesso. L’unico documento rilasciato è il Nulla-Osta del Comune di Manfredonia, col quale gli organizzatori dell’evento hanno avviato e realizzato le varie opere dell’allestimento natalizio della città, una fiaba rivolta in particolare ai bambini.
NON SI SA al momento come evolverà una semplice storia natalizia nella quale anche la politica ha fatto capolino. È diventata un “caso” cittadino. Nel quale gli aspetti oscuri sono tanti. Per molti il paradigma di una città che ha perduto la bussola e non riesce a trovare la rotta giusta per uscire da quella tempesta perfetta che dura ormai da svariati anni. Non è soltanto questione di sagoma di un battello, di luci e modellini colorati. C’è tanto altro, purtroppo, che tiene la città in fibrillazione. Non si è affatto quetato l’inquietante servizio di una tv nazionale sulla situazione penosa degli alloggi popolari; lo stato di abbandono delle aree industriali; la disoccupazione dilagante; gli lsu che sperimentano che la stabilizzazione non ha migliorato la condizione economica; la povertà aumenta; la sanità boccheggia; perfino lo stadio comunale rimane inagibile. Per non parlare del triste capitolo della sicurezza urbana e della criminalità (se ne è parlato in consiglio comunale), delle infiltrazioni mafiose con la scia di ventisei manfredoniani denunciati dalla Dda alla sbarra nel processo in corso.
L’AUSPICIO che sale dalla città è pertanto quello di cercare, nel nome del Natale, le possibili soluzioni ad un evento che ha polarizzato l’attenzione di centri non solo viciniori e che può concorrere a definire un percorso virtuoso per ridare vigore e speranza alla città.
Michele Apollonio