Un affresco monumentale, un inno alla vita nei suoi momenti rappresentativi del divenire quotidiano. Un grande quadro, olio su tela di 5 metri per due, sul quale Franco Troiano ha sintetizzato i diversi momenti salienti della vita reale colti nel loro schietto manifestarsi in una strada di quelle caratteristiche della sua città natale, Manfredonia. Un palcoscenico all’aria aperta, inondato del caldo sole del golfo, sul quale si muove, come in una sequenza filmica, una composita umanità che il tratto arguto e deciso e la coloritura efficace e brillante, trascendono spazio e tempo. “La strada è vita” è il titolo attribuitogli da Franco Troiano, stimato pittore, scultore, incisore manfredoniano ma da oltre quarant’anni a Milano a produrre opere sparse in varie regioni d’Italia. “È il mio omaggio al sud, al nostro caro meridione” accentua Troiano indicando la tela esposta nel suo laboratorio-atelier nei pressi della chiesa della Croce. Un santuario che accoglie tante sue opere pittoriche e scultoree, definite o ancora abbozzate; un laboratorio nel quale Franco si immerge per creare le sue composizioni. Come appunto quella delle “Strada è vita”. “La metafora– riflette – della vita millenaria ma sempre nuova e reale; il retroscena dei sentimenti umani, della laboriosità del lavoro ricco di gesti naturali”. Il dipinto stesso è parte di quella concezione plastica della vita di strada. La critica Betty Palanca così lo descrive: “Anziani sull’uscio di casa, il chiacchiericcio delle comari, il gruppo di giovani ricamatrici, i panni appesi sui fili dei muri delle abitazioni, il riposo dei contadini di ritorno dai campi, la giovane sposa che prepara le orecchiette, la madre che accudisce alle bimbe. Personaggi e sentimenti che compongono una galleria di antiche culture meridionali”. Il Maestro Franco Troiano non è nuovo alle grandi opere. In giro per l’Italia ce ne sono parecchie e di notevole valore artistico. Nella stessa Manfredonia se ne contano diverse: nella sala consiliare, nel palazzo della ex pretura, oggi degli uffici comunali, in alcune chiese, il recupero della fontana Piscitelli, le sculture al santuario di Valleverde (Bovino) inaugurate da Papa Giovanni Paolo II. Ma questa tela ad olio ha qualcosa di particolare. Troiano ci ha messo l’anima. E un gran lavoro di selezione dei soggetti e di impegno pittorico che ha richiesto svariati anni di lavoro. È una sorta di testamento artistico con un beneficiario bene indicato, la sua amata città. Non nasconde Franco Troiano l’esplicita ambizione di vedere quell’opera sistemata in un luogo aperto al pubblico, l’auditorium del Palazzo dei Celestini, ad esempio. Sarebbe una importante acquisizione per il patrimonio culturale e artistico della città a valere anche come attrazione turistica.
di Michele Apollonio