«I CINGHIALI, non ci mancavano che i cinghiali a completare l’opera di distruzione delle colture agricole. Non è bastata la siccità, non sono bastati gli incendi, ci sono pure i cinghiali a razziare quel che rimane. Non sappiamo più a che santo votarci, non c’è scampo». Gli agricoltori sono alla disperazione. Matteo ha un campo di mais nella zona Terra Apulia, oltre il Lago salso: i cinghiali lo hanno pressoché distrutto. Mostra le foto e i filmini. Non c’è che dire: è una mortificazione vedere quelle piante abbattute e razziate. «Distruggono tutto: avevo predisposto – racconta – un impianto a gocce che è stato abbattuto. Non si sa da dove arrivano. Dai danni prodotti devono essere diversi branchi ed anche numerosi. La zona è ormami piena di quegli animali. Di giorno bivaccano nell’Oasi lago salso ormai abbandonato e dove non trovano nulla da mangiare, si riversano nei campi d’intorno. Vanno in cerca di cibo di notte. Le pannocchie sono facile preda».
PIU’ CHE un racconto, è un accorato lamento, una dichiarazione d’impotenza dinanzi ad una distruzione annunciata. «Addentrarsi nei campi infestati da cinghiali – recrimina – è pericoloso. Non è escluso – paventa – che abbiano un loro nascondiglio. Ho paura di addentrarmi – confessa – è noto che i cinghiali possono assalire l’uomo e ridurlo a mal partito. È una situazione che non può andare avanti così, occorre fare qualcosa di molto drastico e subito».
LA SITUAZIONE descritta da Matteo non riguarda solo la sua zona, ma è alquanto diffusa nelle campagne del Tavoliere, del Gargano e oltre. Le segnalazioni si accavallano continuamente. Un problema cinghiali c’è e va espandendosi. Quegli ungulati si avventurano ornai anche nei centri abitati con conclamati riflessi sulla sicurezza e la salute pubblica. Una preoccupazione espressa dallo stesso Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che ha sancito come la presenza dei cinghiali rappresenta «un rischio estremamente rilevante riguardo sia alla potenziale diffusione di patologie sia all’eventuale coinvolgimento in incidenti o interazioni negative con gli esseri umani e gli animali d’affezione».
IL PROBLEMA invasione dei cinghiali assilla ormai tutte le regioni italiane. Sono sempre più numerosi i sindaci che denunciano «pericoli per l’incolumità pubblica». In Puglia sono stati registrati trecento incidenti l’anno causato dai cinghiali. L’orientamento diffuso per fronteggiare l’ormai definito “pericolo pubblico” è quello della caccia a quegli animali. Molte Regioni hanno approvato misure che consentono agli agricoltori di sparare sui cinghiali sia pure a determinate condizioni. Anche la Regione Puglia ha un disciplinare per la gestione della “caccia di selezione” al cinghiale in Puglia, ma è stato ritenuto troppo farraginoso tant’è il mese scorso è stato approvato una mozione con la quale si chiede al presidente della Regione e all’assessore all’agricoltura di rivedere la procedura per il controllo della specie cinghiali ed il contenimento in ambito urbano e nelle campagne pugliesi. Ed inoltre di garantire un sostegno economico ai proprietari e conduttori di fondi agricoli nonché di fornire indicazioni per il recupero e lo smaltimento delle carcasse.
Michele Apollonio