L’emergenza legalità non è stata affatto risolta. La piovra continua ad avere i suoi tentacoli saldamente attaccati al nostro territorio. E ancora una volta registriamo la solite frasi e parole di circostanza, contro le organizzazioni criminali operanti sul territorio, soprattutto da parte del Sindaco Gianni Rotice e delle forze politiche di maggioranza, ovvero: “soddisfazione e ringraziamenti alla Magistratura e alle forze dell’Ordine per l’operazione antimafia Omnia Nostra” .
Le indagini si sono concluse con una richiesta di rinvio a giudizio per 45 persone, più altre 5 sotto “omissis”, tutte passate da indagate a imputate con gravi accuse.
A riguardo ci sembra giusto e doveroso ricordare gli attacchi e le accuse rivolte, nell’ultima campagna elettorale comunale, a Giulia Fresca e a Manfredonia Nuova per aver parlato molto di cultura della legalità, di infiltrazioni mafiose, di omertà, ecc. e danneggiato così “l’immagine” della città.
E’ proprio vero: il tempo è galantuomo perché, alla fine, ristabilisce la verità, ripara i torti, cura ogni cosa e dà ragione ai giusti.
A Manfredonia esiste una “zona grigia”, dove operano imprenditori, liberi professionisti e politici, che controllano di fatto gran parte dell’economia del territorio e condizionano il governo della città.
Dagli stralci delle intercettazioni sembra emergere anche il ruolo attivo dei clan mafiosi nelle ultime (e non solo) elezioni comunali, nonché il diretto coinvolgimento di un consigliere di maggioranza al quale chiediamo, per ragioni di opportunità politica, di dimettersi e rinunciare al seggio. Sarebbe un bel segnale per lui e per la maggioranza.
Al Sindaco, alla Giunta e alle forze di maggioranza chiediamo, altresì, che il Comune si costituisca parte civile in questo processo, al fine di dimostrare concretamente l’intenzione di voler contrastare con fermezza le organizzazioni criminali del territorio e stare dalla parte delle vittime dei tanti gravissimi reati emersi dalle indagini.
Vogliamo, Sig. Sindaco, concludere riprendendo un insegnamento di Paolo Borsellino, magistrato vittima di Cosa nostra nella strage di Via D’Amelio a Palermo:
“Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”.
Ancora una precisazione, “mettersi d’accordo con la mafia” significa anche applicare il vecchio detto: vivi e lascia vivere, solo che questo inquina la politica e la democrazia stessa con la conseguente desertificazione economica, sociale e culturale di una comunità.
ASSOCIAZIONE CULTURALE E POLITICA Il Vice Presidente
MANFREDONIA NUOVA Prof. Vairo Raffaele