Di Aldo Caroleo
Come è noto, le Icone della Madre di Dio col Suo Figlio,o Theotokos, che hanno per secoli tenuta desta la Fede della “Pia gens Sipontina” sono due: la prima Icona, detta “Madonna di Siponto” è un dipinto databile al XIII secolo secondo lo stile del’Hodighitria .
L’altro è una statua lignea che propone lo stile della Nikopeia , ma anche della Basilissa, di datazione incerta, detta anche la “Sipontina”. Ambedue le Icone sono state collocate, ai nostri giorni, nella chiesa cattedrale di Manfredonia.
Il sacro Tavolo fu sempre sistemato nella Basilica nell’abside centrale della chiesa Superiore, mentre la statua della Sipontina è stata da sempre nella Cripta della stessa Basilica.
Forse è proprio per questa sua collocazione che la “Sipontina” ebbe nei secoli meno importanaza rispetto al Tavolo,perché proprio la cripta restava e resta come appartata rispetto al culto generale chesi prestava, e si presta, alla Tavola.
Ma la cripta e la sua Statua, sono stati oggetto di grandissima venerazione.
“Infatti nella cripta ci si recava per sciogliere un voto, dopo aver ottenuto la grazia di una guarigione,dopo il riorno da una guerra,,di uno scampato pericolo in mare,. Ci si rivolgeva alla Vergine anche nei periodi di carestia.
Oltre all’accensione di un cero o alla celebrazione di una messa,veniva portato anche un ex voto: un cuoricino d’argento, la protesi di legno di un arto,un vestitino, un quadretto con la rappresentazione dell’incidente,ecc.
Queste testimonianze ,che sono visibili negli atri o nelle apposite sale di tanti santuari, specialmente di quelli del nostro Meridione, sono state tolte della cripta della nostra asilica sipontina ,dove,fino agli anni ’70, giacevano ammucchiate e abbandonate duranti i lavori di restauro di quegli anni.-
Gli scenari delle tavolette votive sono quelli della città di Manfredonia: gli spazi della campagna del Tavoliere,le Paludi, o anche del mare del Golfo , con il Gargano sullo sfondo e, in alto, in un angolo a o al centro del quadro,l’immagine della Madonna di Siponto,molto spesso affiancata da San Michele e San Matteo. Poi,sotto, la dedica con la data.( Tesi:Rosa La Torre:Culto e iconografia dell’Icona di S:Maria di Siponto).”
Un’altra testimonianza è quella ricordata da Cesare Brandi,storco d’arte che ricorda nel suo “Pellegrino del Gargano” la Cripta sipontina, ornata di ex voto:
“In quanto alla cripta……reca una bellissima Madonna nera,con una serie spettacolosa di ex –voto. E proprio i più recenti sono i più belli…”.
Le tavolette votive e gli ex voto coprono un periodo ci circa 250 anni fin dal ‘700. Sembra che ve ne siano rimaste una ventina,e che sono conservate presso la Curia Arcivescovile di Manfredonia.
In verità, prima della catalogazione, di ex voto nella Basilica ve ne erano a centinaia. L’incuria degli anni meno attenti fece sì che fossero trafugati in quantità. Le tavolette,nello specifico, sono immagini devozionali realizzate su lamine di ferro,tela, masonite e cartone e hanno forma e grandezza diverse.
Il loro stato di conservazione, specie di quelle più antiche è molto precario. Altre, anche se attaccate da tarli e corrose da agenti esterniper fortuna offrono ancora la possiilità di una lettura comprensibile. (Tesi :Il Culto della Madonna diSiponto .Valentina Di Chinno.).
Ho rintracciato una seriedi foto tratte da pubblicazioni, tesi, e quella della cripta con gli ex voto ancora appesi .
La proposta che faccio è quella di poter rintracciare almeno le tavolette, restaurarle e riportarle nel luogo di provenienza che è stato per secoli la Basilica di Santa Maria di Siponto e la sua Cripta, sull’esempio di altri luoghi di culto, dove gli ex voto sono stati reuperati ed esposti all’ammirazione dei fedeli e dei visitatori dei nostri magnifici luoghi di Fede, Arte e Storia.