Dichiarazione di Paolo Campo, presidente della V Commissione Ambiente del Consiglio regionale
Le Zone Economiche Speciali non devono essere ostaggio della burocrazia, perché dalla loro attivazione dipende l’insediamento di impianti produttivi necessari ad incrementare l’occupazione in territori da cui si emigra.
Se, come leggo, i commissari nominati dal Governo per attivare le ZES Adriatica e Ionica non possono operare a causa della mancata bollinatura della nomina stessa da parte della Corte dei Conti, è indispensabile che i parlamentari pugliesi e il presidente della Giunta regionale si attivino per sollecitare questo adempimento e far avviare un piano che vale 200 milioni di investimenti pubblici ed altre centinaia di investimenti privati.
È già passato fin troppo tempo da quando abbiamo disegnato sulla cartina della Puglia il perimetro delle aree in cui realizzare infrastrutture e attivare zone franche doganali per attrarre nuove attività produttive offrendo condizioni favorevoli in termini operativi e fiscali.
Le scadenze iniziano ad incombere e non possiamo permetterci di far perdere un’opportunità del genere a migliaia di giovani e donne pugliesi.