Giornalisti americani ricostruiscono le trame della Quarta Mafia
C’E’ VOLUTO l’incendio di uno stabilimento balneare del litorale sud di Manfredonia che completa l’arco del golfo formato dal promontorio del Gargano fronte a mare della provincia di Foggia, per alzare la coltre di indifferenza e di paura che si era addensata su quel fenomeno criminale indicato, sulla scorta di altre organizzazioni analoghe, come mafia. Addirittura una circoscrizione ben definita: Quarta mafia, dopo la ‘Ndrangheta, la Camorra, la Sacra corona unita. Una organizzazione che è andata evolvendosi rapidamente dal primordiale abigeato, tanto da attrarre l’attenzione della stampa internazionale, particolarmente di quella americana che di mafia se ne intende. La Capitanata con il Gargano in grande evidenza per fatti mafiosi che hanno offuscato la buona fama guadagnatasi con santi e santuari, poeti e letterati, natura sfavillante, usi e costumi straordinari e tanto altro di edificante ed esaltante.
QUELLO del lido balneare bruciato non è stato l’ultimo episodio verificatosi a Manfredonia ritenuto centro nevralgico della mafia dell’area. A dispetto del suo nome “Ultima spiaggia”, ben si raccorda con altri analoghi episodi delittuosi verificatisi nella provincia e che hanno per l’appunto richiamato l’attenzione di organi di stampa come The Sun, Wall Street Journal e persino la famosa autorevole CNN.
GIORNALISTI prestigiosi si sono catapultati a Foggia e provincia alla ricerca di riferimenti come fatti, facce, episodi, utili a tracciare un profilo, oltre le apparenze, della criminalità organizzata, del suo modus operandi, dei suoi collegamenti col mondo economico e della politica come attesta lo scioglimento di numerosi comuni tra cui Monte San t’Angelo, Mattinata, Manfredonia, Cerignola e da ultimo anche quello del capoluogo. Senza trascurare le rappresentanze della magistratura e delle forze di polizia che almeno da un paio di anni sono alla caccia dei clan malavitosi che ha dato risultati apprezzabili stante le retate con decine e decine di arresti e provvedimenti restrittivi nei confronti anche di attività economiche.
IL FILONE di fondo sul quale si concentrano gli affari della mafia, è la droga, ma non sono trascurate altre attività come ad esempio la pesca che si svolge nel golfo di Manfredonia. In questo contesto si collocano gli incendi al lido, ad alcune automobili e qualche attività commerciale. La preoccupazione è alta. La consigliera comunale di “Manfredonia Nuova” ha rivolto una interrogazione al sindaco Rotice sulla «situazione attuale e le misure attive, di controllo e contrasto delle azioni che minano la sicurezza urbana e l’incolumità dei cittadini» che sarà discussa nel consiglio comunale di giovedì 17 prossimo.
GRANDE attenzione e preoccupazione ha espresso l’arcivescovo padre Franco Moscone sempre attento alle problematiche sociali. Nella omelia pronunciata in occasione della festa del santo patrono San Lorenzo, ha fatto ampio riferimento alla «violenza dilagante» e agli episodi che «hanno macchiato e ferito la nostra città»: 8 gennaio l’auto dell’ex assessore Damiano D’ambrosio in zona Sacra Famiglia; 23 gennaio lo stabilimento balneare l’“Ultima Spiaggia” a Siponto; 26 gennaio l’auto dell’intagliatore Nicola Olivieri in viale Giuseppe Di Vittorio; 28 gennaio un negozietto di distribuzione (senza personale) in via Croce. In alcuni casi si è recato di persona sul luogo del crimine. «Invito – ha chiosato – ad avere il coraggio e sentire il dovere di denunciare ogni malaffare, inganno, abuso di potere e ogni forma di intimidazione».
È UNA GUERRA continua e perfida. Lo Stato è intervenuto inviando su questo territorio rinforzi di mezzi e uomini, ma la magistratura di Foggia lamenta la carenza di un apparato inquirente più rispondente alle esigenze di un territorio provinciale vastissimo sul quale è però presente una sola Procura.
Michele Apollonio