È davvero penosa, ancor prima che diffamatoria e lesiva della mia reputazione professionale, il comunicato Facebook con il quale l’ing. Gianni Rotice ha reagito alla richiesta fatta da tutti i Consiglieri Comunali di minoranza, me per primo, al Segretario Comunale e al Presidente del Consiglio Comunale di Manfredonia di avviare il procedimento perché il Consiglio Comunale gli possa contestare la sussistenza di cause di incompatibilità con la carica di Sindaco.
Chiunque avesse voluto candidarsi alla carica di sindaco o di consigliere comunale sapeva, o almeno avrebbe dovuto sapere, che la legge (in questo caso, il Testo Unico degli Enti Locali) prevede delle cause di incandidabilità, di ineleggibilità e di incompatibilità, che, a seconda dei casi, prima di candidarsi o prima di ricoprire la carica, una volta eletto, occorre necessariamente rimuovere.
Tra l’altro, al Sindaco come ai singoli Consiglieri Comunali risultati eletti, prima dell’insediamento, è stato chiesto di sottoscrivere e di presentare al Segretario Comunale a tal riguardo una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, ossia di dichiarare sotto la propria responsabilità, che non sussistono i motivi di incompatibilità (puntualmente elencati dalla legge), ammonendoli che in caso di dichiarazione mendace, ovvero falsa, avrebbero commesso un reato.
In questo caso, i fatti che si è chiesto al Consiglio Comunale di contestare al Sindaco riguardano il ruolo di appaltatore (suo e/o di parenti entro il secondo grado) in un contratto d’appalto in corso con il Comune e quello di Presidente della società sportiva per la quale poco più di un mese fa, a campagna elettorale in corso, ha firmato con il Comune il contratto di gestione pluriennale dello stadio Miramare.
Sono fatti noti, di cui hanno parlato recentemente anche i giornali on line locali, i cui atti (delibere e determinazioni dirigenziali) sono facilmente estraibili dall’Albo Pretorio on line del Comune.
Da qui la gratuità e la gravità dell’attacco alla mia persona, reo, in quanto suo ex avvocato, di aver firmato come Consigliere Comunale la suddetta richiesta, alla quale era allegata anche una delle numerose determine dirigenziali riguardanti l’appalto in questione, estratta dall’Albo Pretorio.
Al falso poi l’ing. Rotice aggiunge altro falso, dal momento che finge di non ricordare che sono stato io a rimettergli i mandati una volta assunta la decisione di candidarmi a sindaco (come del resto gli sarebbe possibile rilevare dagli atti di rinuncia da me depositati nei singoli giudizi e da lui firmati solo per ricevuta e accettazione).
Mi dispiace per lui ma dovrà abituarsi al fatto di avere all’opposizione Consiglieri Comunali che non faranno sconti a nessuno, specie se si tratterà di far rispettare la legge, come in questo caso.
Mi sembra di assistere alla stessa cosa di quando Salvini e Meloni cercavano di usurpare il trono a Conte.