C’è chi pensa di essere ancora in campagna elettorale e continua a creare discredito e confusione tra i cittadini, raccontando falsità al solo fine di strumentalizzare questioni importanti per Manfredonia. Mi riferisco all’inutile polverone sollevato dai Dem sull’istituzione della figura del Garante della Disabilità comunicata simbolicamente dal sottoscritto nella Giornata internazionale delle persone con disabilità. Si parla addirittura di illegalità amministrativa e feudalesimo, mentre, come sempre, la verità è tutt’altra.
E’ facoltà del sindaco provvedere alla nomina del Garante e, quindi, non c’é alcuna violazione amministrativa come qualcuno paventa. A tal proposito, informo che è stata preventivamente inviata (nella giornata del 3 dicembre con prot. n. 50645) al Segretario Generale del Comune la mia nota formale per l’avvio dell’iter d’istituzione della figura nell’organigramma e che il Consiglio comunale approverà il regolamento che ne disciplina le funzioni, consentendo al Garante di poter avere operatività e dare quelle risposte ai più fragili che attendono invano da anni di solo promesse. In una delle primissime sedute il Consiglio comunale approverà la modifica e l’integrazione dello Statuto vigente. Una nomina simbolica, dunque, quella di venerdì, in una giornata simbolica che vuole segnare un cambio di rotta culturale in una città pronta a ripartire ed essere propositiva sotto tutti i punti di vista.
Trovo incomprensibile e totalmente fuori luogo l’attacco personale alla figura di Vincenzo Di Staso, la cui nomina è stata chiesta unanimemente e concordata con le associazioni e le famiglie del mondo delle disabilità (incontrate più volte dal sottoscritto e dalla coalizone che ha sostenuto la mia candidatura a sindaco) che in lui vedono una figura qualificata e di fiducia. Una tempesta in un bicchier d’acqua nel tentativo di qualche like social che prontamente si è rivelato un boomerang mediatico a discapito di una soluzione ad un problema che i cittadini più fragili chiedevano da anni: avere una figura diretta con la quale interfacciarsi e veder riconosciuti i propri diritti e risolte le loro problematicità.
Sul tema siete arrivati impreparati all’interrogazione (programma elettorale di governo) e per allontanare da voi questa evidente defaillance, la buttate sulla sterile polemica politica.
P.S.: visto che dovete studiare, ripassate anche le lingue. Si scrive “con juicio” e non “cum judicio”. Ad maiora, semper!
Ing. Gianni Rotice sindaco di Manfredonia