La lettera al ministro Cingolani
«FIN DAI PRIMI giorni del mio ingresso in Diocesi tre anni fa ho accolto costantemente lacrime e preoccupazioni per le ferite e le morti che erronee scelte di industrializzazione hanno procurato al territorio e al suo popolo. A distanza di 45 anni dal tragico avvenimento dello scoppio della torre di arsenico del 26 Settembre 1976, si registra ancora oggi, oltre al dolore e alla paura, tanta rabbia e scarsa fiducia nelle Istituzioni civili e politiche».
È LA MOTIVAZIONE di fondo che ha indotto l’arcivescovo di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, padre Franco Moscone, a scrivere al ministro della transazione economica Roberto Cingolani per chiedergli «certo di trovare la Sua comprensione responsabile del suo Ministero, di rinviare tale Conferenza di Servizi decisoria di almeno 30 giorni, così da permettere al futuro Sindaco di Manfredonia, che sarà eletto in seguito al ballottaggio di Domenica 21 Novembre 2021, di poter nominare la Giunta e prendervi parte dopo essersi preparato; a tal fine chiedo anche di riaprire i termini di accesso ai documenti e presentazione delle osservazioni».
E TANTO nella considerazione che «La Città di Manfredonia è una città estremamente provata dalla vicenda ricordata, ed ha vissuto nel periodo 2019-2021 lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose; la cittadinanza ha atteso con speranza il momento elettorale e la certezza di tornare ad avere i propri rappresentanti costituzionalmente eletti, non può essere privata di una sua partecipazione ad un avvenimento così importante e che ne può segnare il futuro».
UN INTERVENTO, quello del presule sipontino, giustificato dunque dalla contingente situazione amministrativa al comune di Manfredonia in procinto di passare dalla gestione straordinaria di una Commissione governativa, a quella ordinaria di un governo regolarmente eletto, ma anche e soprattutto per il ruolo di «di cittadino e guida spirituale della Chiesa che è in Gargano, che si sente profondamente parte attiva nella società civile e desiderosa di portare il proprio contributo di responsabilità e cura del territorio; di una Diocesi del Sud Italia che si ritrova ad avere sul proprio territorio uno sguardo di attenzione ed interesse non solo per le stupende bellezze naturali, paesaggistiche, culturali e spirituali che i secoli le hanno donato, ma anche per la ferita, ormai incancrenita, di un sito SIN».
DI QUI LA DOMANDA che si è posta padre Moscone: «cosa può fare un vescovo dinanzi a quanto accaduto 45 anni fa, ma che continua a condizionare il presente ed a tradire lo sviluppo futuro: solo pregare?». «Non piò bastare la preghiera» è la risposta. «Il territorio ed il suo popolo necessita di speranza», afferma, e citando don Tonino Bello, ribadisce «la Speranza va organizzata».
L’INIZIATIVA dell’arcivescovo Moscone segue peraltro i lavori della 49ma Settimana sociale del Cattolici italiani svoltisi a Taranto sul tema “Il Pianeta che speriamo” nella quale i cattolici si sono confrontati con i numerosi rappresentanti del Governo presenti «con i quali abbiamo condiviso le preoccupazioni circa il presente e soprattutto sulle visioni future di speranza da organizzare e far germogliare».
IN QUESTO CONTESTO, padre Moscone ha allargato la sua visione preoccupata alle aree inquinate e non ancora del tutto bonificate. «Colgo l’occasione – conclude la lettera inviata al ministro Cingolani – per chiederLe un Suo personale interessamento alla vicenda SIN Manfredonia area Ex-Enichem, che negli ultimi mesi sente nuove ansie e preoccupazioni per richieste di installazioni di impianti di trattamento rifiuti, di cui troppo poco ed in maniera ambigua si conosce il contenuto ed il livello progettuale circa lo studio di massima. Da quanto è stato pubblicato l’area in questione ha una falda ancora inquinata al 100% e la bonifica di superficie sull’intero SIN realizzata solo al 18%. Con queste mie osservazioni – evidenzia – non voglio costituire elemento di freno alla crescita industriale del territorio, anzi stimolare ad una ricerca responsabile e sostenibile alla stessa, per questo invito il Ministero ad una attenta valutazione in quanto primo responsabile dell’area SIN».
Michele Apollonio