Giunge dalla Capitale un nuovo, importante, riconoscimento per la ASL Foggia.
Con il progetto “Diomedee” l’Azienda Sanitaria Locale di Capitanata ha conquistato il Premio “FORUM PA Sanità 2021” per la categoria “Citizen Journey”, dedicato ai progetti finalizzati a potenziare le attività di prevenzione, le esperienze di Connected care, Telemedicina e Accoglienza digitale.
Il premio, giunto alla sesta edizione, è stato assegnato ieri sera a Roma, a conclusione del FORUM dedicato proprio alle esperienze innovative sperimentate sul territorio nazionale.
Oltre sessanta i progetti in gara, sono stati premiati quelli considerati più innovativi per ogni categoria.
Il progetto
Fortemente voluto dal Direttore Generale Vito Piazzolla che ha tempestivamente individuato un finanziamento ministeriale prossimo alla scadenza, il progetto “Diomedee” è ormai una realtà consolidata in provincia di Foggia.
Finanziato con delibera C.I.P.E. n. 16 del 20 gennaio 2012, è stato avviato dal Servizio Infermieristico Territoriale e dai Sistemi Informativi della ASL Foggia in collaborazione con l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) della Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Diomedee” è un progetto che attua un modello innovativo di gestione dei pazienti cronici sul territorio della provincia di Foggia, realizzando percorsi di cura multi-professionali che mirano a favorire la continuità di cura, il controllo e la stabilizzazione della patologia, operando in proattività e in prossimità.
“Diomedee” fonda le sue basi su una sperimentazione regionale già avviata con successo a San Marco in Lamis dove le attività di presa in carico delle cronicità sono partite sin dal 2012 con il progetto regionale “Nardino”.
Un progetto sviluppato dallo stesso Direttore Generale durante gli anni di attività presso l’ARESS Puglia che già prevedeva l’utilizzo delle tecnologie digitali.
Campo di applicazione
Le attività, progettate inizialmente per l’assistenza dei pazienti cronici, sono state riadattate alle esigenze collegate alla pandemia e dal 24 aprile 2020 sono regolarmente utilizzate per il monitoraggio dei pazienti COVID positivi.
Nell’ambito della pandemia sono stati assistiti 880 pazienti COVID positivi di cui il 36% in ossigenoterapia. Sul totale degli assistiti solo il 6% è stato ricoverato in fase di presa in carico.
Il modello operativo
Il suo modello organizzativo è basato sulla collaborazione tra i diversi operatori sanitari sul territorio e il paziente stesso.
Il Sistema informativo definisce i singoli percorsi di cura e predispone la rete utile ad: attivare tele-consulto e tele-refertazione; acquisire i dati clinici da dispositivi connessi; condividere le informazioni.
A coordinare le attività assistenziali c’è la Centrale Operativa Territoriale (C.O.T.) che fornisce supporto costante grazie agli infermieri e in sinergia con i medici di medicina generale, gli pneumologi della Struttura di “Malattie dell’Apparato Respiratorio” dell’Ospedale di San Severo e gli specialisti ambulatoriali.
La piattaforma di monitoraggio integrata con la Cartella Clinica Territoriale Informatizzata ha permesso di sorvegliare a distanza l’evoluzione del quadro clinico dei pazienti, anche attraverso l’integrazione di dispositivi per la misurazione automatizzata dei parametri, affidati al paziente a domicilio dagli infermieri opportunamente formati. Tramite una app android viene effettuata la rilevazione automatica dei parametri ed il contestuale invio telematico dei dati alla piattaforma di monitoraggio gestito dalla Centrale Operativa Territoriale (COT).
Sviluppi futuri
La ASL Foggia sta già programmando l’implementazione dei servizi assicurati con la telemedicina. La nuova agenda riguarderà le attività di: telecardiologia, teleradiologia, telepneumologia, teleriabilitazione.
“Ringraziamo – dichiara il Direttore Generale della ASL Foggia Vito Piazzolla – tutto il gruppo di lavoro che ha seguito il progetto dalla fase di ideazione a quella di realizzazione. Il risultato raggiunto ci gratifica e ci stimola a fare sempre di più, dimostrandoci che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta. Grazie all’assistenza a domicilio e anche con l’ausilio della telemedicina abbiamo potuto curare il 70% dei pazienti positivi al COVID direttamente a casa. Il modello innovativo e flessibile che abbiamo proposto non avrebbe avuto gli stessi risultati se non fosse stato legato all’approccio multi-professionale e alla grande capacità di coordinamento dimostrata nella gestione dei casi particolarmente complessi e, soprattutto, dell’ausilio delle tecnologie digitali messe in campo”.