È un periodo sciatto e pieno di amnesia e prova ne è il tema della disabilità che rappresenta la cartina di tornasole in un Paese. A Manfredonia c’è molta gente arrabbiata e sfiduciata perché i problemi reali non vengono trattati. Noi vogliamo che tutto ciò cambi. Uno dei tanti temi riguarda la disabilità! Disabilità non è solo una malattia o una malformazione. Disabilità è anche la perdita di un lavoro, di un amore, di tutto ciò che ci rende diversi. Ci sono quattro milioni di persone disabili nel nostro Paese, persone con bisogni forti e che rischiano di perdere la vita ed è un numero che tende ad aumentare con l’età, con gli infortuni sul lavoro e persino con gli errori medici alla nascita per molti bambini.
La disattenzione nel settore la dice lunga sulle enormi contraddizioni di questo periodo. Con le loro sciatterie, le precedenti amministrazioni cittadine hanno trascurato e ghettizzato il tema della disabilità ed ora c’è molto da fare.
C’è un ritardo atavico in alcuni settori e c’è ancora una forma di “razzismo” verso il disabile. Esistono le leggi ma esiste anche chi non le fa rispettare, chi ne è compiacente. Così come esistono i falsi invalidi che diventano oggetto di attenzione mediatica facendo dimenticare un mondo reale che soffre. E vi assicuro che è un mondo di grandi difficoltà ma meraviglioso per l’umanità che lo caratterizza.
A Manfredonia occorre ripartire dal “Manifesto sulle politiche laiche della disabilità” per intervenire in maniera fattiva per la costruzione di una coscienza sociale che non può prescindere da una conoscenza dei bisogni derivanti da tale categoria di cittadini.
Sono sufficienti dieci punti da rispettare attraverso i quali richiamare la necessità di elaborare azioni concrete come la costituzione di fondi speciali cui accedere. La disabilità porta con sé anche le discriminazioni multiple: donne-disabili, minori-disabili, stranieri-disabili, anziani-disabili. In questi casi la discriminazione di moltiplica ed occorre confrontarsi con tutte le barriere che già limitano o impediscono alle persone con disabilità la piena partecipazione alla vita sociale, il godimento dei propri diritti e delle libertà fondamentali.
Nel Progetto P.E.R. la Città di Manfredonia abbiamo posto grande attenzione alla disabilità, partendo dalla consapevolezza e dalla coscienza che devono essere princìpi fondanti dell’inclusione, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti.
Esiste una legge, la numero 13 che, nel nostro Paese, prevede l’abbattimento delle barriere architettoniche in tutte le attività pubbliche che devono divenire, in tal modo, accessibili ai disabili. Una legge che, dal 1989, è considerata di settore, per essere stata concepita nell’accezione dell’handicap, parola ormai in disuso tenuto conto che la “diversa abilità” può intervenire nella vita della persona a qualunque età.
Eppure, una persona affetta da distrofia muscolare costretta a muoversi solo in carrozzina che volesse visitare il nostro Corso Manfredi per fare shopping, dovrebbe compiere un’operazione praticamente impossibile. La nostra città non rispetta i disabili in carrozzina in quanto gli accessi ai negozi di fatto non sono realizzati per consentirne agevolmente l’ingresso. Per non parlare dell’impossibilità di muoversi all’interno di una libreria o tra gli espositori di un negozio. Inoltre anche i servizi igienici dei bar, ammesso che in essi vi si possa accedere tenuto conto che su Corso Manfredi sono piccoli e stretti, sono posizionati senza tenere conto delle barriere architettoniche. Ed il salotto buono della città non è accessibile neanche per i ciechi. Non ci sono semafori sonori, non esiste un percorso guidato, non esiste la cultura verso i cani guida, che spesso sono confusi con cani di compagnia e che, per legge, devono avere accesso a tutti i luoghi pubblici. Insomma non c’è attenzione verso i bisogni dei cittadini che hanno altri occhi per vedere. A ciò si aggiunge il problema dei pochi parcheggi e delle false invalidità nei confronti delle quali la responsabilità è da ricercarsi, prevalentemente, in chi rilascia le certificazioni.
Esistono tante disabilità e ognuna deve essere affrontata con coscienza e consapevolezza delle diverse problematiche che la interessano. Per fare ciò, è necessario l’ascolto delle associazioni storiche che operano sul territorio e che possono fattivamente contribuire a rendere una città non a misura di disabile, bensì a misura di “persona”, che può, in ogni momento, trovarsi in una condizione diversa. L’autonomia, la libertà di movimento e di accesso sono i primi bisogni dei diversamente abili che vogliono contribuire alla conoscenza e alla crescita della Comunità, usufruendo della città e operando per migliorarla con il loro apporto.
Giulia Fresca
Candidata alla carica di Sindaco di Manfredonia
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