Nella Lettera Pastorale del 16 settembre 2021 l’Arcivescovo di Manfredonia ha avanzato una proposta chiara e inequivocabile con queste parole: “Sarebbe più coinvolgente e responsabile se l’area industriale ex Enichem…passasse all’amministrazione di Manfredonia”.
Il Sindaco d’Arienzo, che ha il dovere di difendere il Comune che rappresenta, evita di rispondere alle legittime domande che gli rivolge l’Opposizione sociale e politica, dimostrando di non essere all’altezza del ruolo che l’elettorato montanaro gli ha democraticamente assegnato.
Purtroppo, ma ancora per poco, abbiamo a che fare con un Primo Cittadino che non solo non è “coinvolgente e responsabile”, ma non ha la “statura culturale” necessaria per difendere la propria Comunità.
Addirittura è così poco responsabile che definisce il suo Vescovo un provocatore. Infatti, nel suo brevissimo comunicato ha testualmente detto: “Quella di Padre Franco è una provocazione al territorio”.
È semplicemente vergognoso attribuire ad un Pastore della Chiesa l’epiteto di provocatore.
L’ARCIVESCOVO DI MANFREDONIA HA FATTO UNA PROPOSTA E NON UNA PROVOCAZIONE.
Una proposta che riteniamo inopportuna e che con il dovuto rispetto rigettiamo con fermezza. È tempo che il Sindaco d’Arienzo la smetta di fuggire dalle proprie responsabilità istituzionali!
(Schieramento civico “La Rinascita Possibile”)
E da quando un Pastore della Chiesa non può essere definito “provocatore”.
Gesù Cristo è stato il primo provocatore della Chiesa!
Ignoranti!
Bene fa a provocare in tal senso. Non è normale che a 100 metri da Manfredonia sia competente l’autorità di un altro comune distante 18 km. Mi piacerebbe sapere quanti altri casi vi sono in Italia.