UN PROMEMORIA delle buone maniere per una comunicazione elettorale corretta attraverso «un linguaggio rispettoso e non ostile evitando che la rete possa diventare una zona franca dove tutto è permesso ed educando invece alla responsabilità le community di riferimento». Lo hanno sottoscritto i candidati sindaci alle prossime elezioni comunali del 7 novembre prossimo.
UNA INIZIATIVA, per quel che possa valere in un contesto di comunicazione generalizzata da troppo tempo inquinata da linguaggi estranei alle buone pratiche di correttezza, quanto mai opportuna considerato che i maggiori bersagli di commenti non proprio improntati alle buone maniere ancorché verbali, in questa campagna elettorale tutta particolare sono proprio i candidati. Un pessimo e sconcio modo di comunicare opinioni e punti di vista, favorito dall’anonimato consentito dai social o almeno da alcuni di essi. La critica e doverosa e opportuna, segno di emancipazione civile, quando viene espressa a viso aperto e nelle forme rispettose delle opinioni altrui.
E SE DESTA attenzione e in qualche modo stupore che si ricorra ad un esplicito richiamo al bon ton nei rapporti elettorali, fa ancor più senso l’essere dovuti ricorrere ad un richiamo pubblico ed ufficiale a tenere comportamenti corretti e rispettosi in un contesto in cui la polemica spesso scade nel dileggio del pensiero del prossimo se non proprio di realtà fin troppo evidenti.
ANCHE se arrivato in un frangente tutto sommato utilitaristico e di autotutela dei candidati, l’invito tocca aspetti fondamentali del buon vivere di una comunità e dovrebbe pertanto valere non solo per il periodo elettorale e per i candidati, ma per tutti e tutto. Se si arrivasse a stabilire l’affermazione e la pratica di questo principio elementare, questa campagna elettorale un punto positivo lo ha segnato.
Michele Apollonio